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Il pianeta blu
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  1. 24/10 13:15 Filippo Foti: Ciao visitatore ;)

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Filippo Foti
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B_NORM    
view post Posted on 30/1/2014, 21:43 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

China's Pollution Wafting: Il trasporto transfrontaliero dell'inquinamento atmosferico deve affrontare la questione di chi è responsabile delle emissioni in un paese durante la produzione di beni per sostenere il consumo in un altro.




Un nuovo studio di alcuni ricercatori dell’università della California, tra i quali Steve Davis, mette in evidenza, ciò che peraltro già si sapeva, ovvero che l’inquinamento più che inquinare il paese che lo produce, va in grandi quantità a depositarsi in altri paesi, come la città di Los Angeles che è tra le più penalizzate.

Steve Davis


Di questo argomento ne abbiamo dato notizia in un post il cui link lo troverete in fondo a questo articolo che spiega i meccanismi che la natura incolpevolmente genera.

Paradossalmente gli statunitensi sono vittime degli “effetti collaterali” della domanda statunitense di prodotti a basso costo fabbricati in Cina. Secondo la relazione, nel 2006 in Cina, tra il 17 e il 36 per cento di vari inquinanti atmosferici prodotti sono stati collegati alla produzione di merci per l'esportazione, ed un quinto di quella specificamente legato alle esportazioni Cina- USA.


Secondo il “Worldwatch Institute”, un gruppo di ricerca ambientale con sede negli Usa, un terzo dei gas serra della Cina è ora prodotto da industrie basate sulle esportazioni, secondo, un gruppo di ricerca ambientale statunitense.
Pensate, in particolari condizioni climatiche, bastano pochi giorni di piogge negli Stati Uniti per indurre la “monnezza” provocata dalla combustione di combustibili fossili in Cina a raggiungere l’equivalente di un quarto dell’inquinamento che già si produce nell'ovest degli Stati.

A pubblicare questa ricerca è stato un team di ricercatori cinesi ed americani della “US National Academy of Sciences”, una società non-profit di studiosi.


C’è da dire che negli ultimi due decenni, paesi vicini alla Cina, come il Giappone e la Corea del Sud, hanno regolarmente sofferto di piogge acide intrise di sostanze tossiche provenienti dalla Cina, con normative ambientali oltremodo permissive, “vittime sacrificali” della crescita economica ed industriale....

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Comments: 0 | Views: 39Last Post by: Filippo Foti (30/1/2014, 21:43)
 

B_NORM    
view post Posted on 17/1/2014, 23:18 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Un vulcano che da forti emozioni a volte fatali e il duro lavoro dei minatori del luogo. Un sogno è arrivarci… in una atmosfera surreale capace di evocare immagini e suggestioni fantastiche. Foto mozzafiato da "altro pianeta".


La donna fatale non esiste solo nei film... questa nella foto è anche temeraria!


L'Indonesia è famosa per ospitare alcuni dei vulcani più potenti del mondo. Ma forse il più sorprendente vulcano indonesiano è il Kawah Ijen. Sui bordi del lago, le fumarole depongono 4 tonnellate di zolfo al giorno. Lo zolfo fuso tende ad un colore più scuro all'aumentare della temperatura, con flussi spesso visibili su sfondo giallo. Lo zolfo può anche auto incendiarsi a partire da 248°C e brucia con fiamma blu come si forma anidride solforosa.
Il lago del vulcano contiene alti livelli di acido solforico ed una grande quantità di gas vulcanici disciolti, tanto che l'acqua è estremamente acida con temperatura media di 64°C. Il gas, pieno di acido cloridrico e biossido di zolfo e quindi estremamente velenoso, talvolta si raccoglie in grandi bolle che scoppiano sulla superficie del lago e trasformano il cratere in una trappola mortale.
Il vulcano, pericoloso ed intrigante, è alto 2.799 m con il cratere delle dimensioni di circa 960 x 600 metri, profondità 200 metri, ospita il lago con i più alti livelli di acido solforico del mondo! Questo paesaggio più lunare o marziano che terrestre, a volte dunque può essere fatale!

Si trova esattamente a sud di Java, una isole che compongono lo Stato dell'Indonesia con capitale Giacarta. Kawah Ijen è uno dei numerosi vulcani situati nel raggio di 15 km di Java, e grazie alla sua facile accessibilità, il lago vicino è regolarmente visitato da molti turisti.
L'arcipelago indonesiano contiene 129 vulcani attivi, pari al 13% dei vulcani attivi del mondo. In Java ci sono 21 vulcani attivi e sette laghi vulcanici.

L'ultima eruzione del Kawah Ijen è stata registrata nel 1817. In quella occasione, l'eruzione del cratere ha portato alla inondazione di diversi villaggi lungo il percorso di drenaggio. Le eruzioni freatiche, dette anche ultra-vulcaniane, in riferimento all'eruzione avvenuta sull'isola di Vulcano nel 1888, consistono in una serie di esplosioni durante le quali viene espulso prevalentemente vapore acqueo e pezzi di roccia derivanti dall'apparato vulcanico.
Un'esplosione freatica può formare una colonna di vapore alta vari chilometri e lanciare a distanze di centinaia di metri massi del peso di qualche quintale - sono stati segnalate nel 1796, 1917, 1936, 1950, 1952, 1993, 1994, 1999,...

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Comments: 0 | Views: 660Last Post by: Filippo Foti (17/1/2014, 23:18)
 

B_NORM    
view post Posted on 8/1/2014, 23:29 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Lame Deer :”Continuate a contaminare il vostro letto
e una notte soffocherete nei vostri stessi rifiuti.”



“Da uno sciamano dei Lakota, che aveva osservato come funziona "la civiltà dell'uomo bianco" verso la metà dell'Ottocento: "Soffocherete nei vostri rifiuti. Non si può uscire dalla Ruota della Vita". Quello della Terra dei Fuochi è un terribile caso estremo, ma la civiltà industriale è comunque condannata, se continua a produrre rifiuti.”

Riceviamo l’input dal prof. Guido Dalla Casa per raccontarvi la storia che segue:

L’uomo incomincia a camminare sulla terra.

Forse il destino di questa nostra Madre Terra era scritto fin dagli albori. Da quando ha camminato sulla terra nel corso della sua storia, soggetto al freddo, alla pioggia, al sole, alla paura, al coraggio, almeno 200.000 mila anni fa relativa “all’uomo moderno” e 2,5 -2,6 milioni di anni fa se ci riferiamo alle diverse specie ominidi, l'uomo inizialmente ha utilizzato per spostarsi sul pianeta solo i propri piedi.

A far tempo dall’evoluzione nella preistoria, l’uomo, avendo nella calzatura l’unico scopo di protezione ha incominciato ad usare pelli non conciate e assicurate ai piedi con un sistema di lacci dello stesso materiale.

Orme preistoriche



L’uomo incomincia a calpestare la terra.

Ha incominciato cioè a calpestarla non con un elemento naturale, come i suoi piedi che ben si integravano nella verginità del pianeta, ma pian piano sempre con nuovi prodotti che prima l’accarezzarono, poi la solcavano, fino ad arrivare ai nostri giorni in cui calpestare la terra od insultare, come "piace" a noi scrivere, ormai è diventato un termine dispregiativo.

Calpestare, dal latino tardo antico “calce pistare” (pestare col tallone), significa premere ripetutamente con i piedi, camminando sopra un prato, le aiuole, i fiori del prato. E l’uomo primitivo all’inizio della sua storia faceva solo questo e la natura gli dava generosamente tutti i suoi frutti.


Calpestare nel tempo divenne sinonimo di pestare con forza in segno di rabbia o di spregio, quindi in senso figurato, oltraggiare, disprezzare, trasgredire, violare, senza tenere in alcun conto delle regole, le convenienze, le tradizion...

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Comments: 0 | Views: 234Last Post by: Filippo Foti (8/1/2014, 23:29)
 

B_NORM    
view post Posted on 15/12/2013, 11:16 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

La resilienza della terra passa dall’uomo che deve imparare a comprendere le leggi naturali dei sistemi viventi
in modo che lavori con la natura piuttosto che contro di lei.




Prima di descrivere il concetto di resilienza e dell’importanza che questo termine assume nel contesto scientifico - ecologico, accenniamo alla nostra “madre” terra.

La più ricca varietà di vita della terra si trova nelle foreste tropicali dove oggi, malgrado i continui insulti che il pianeta riceve, ci sono più specie di piante e animali viventi che in qualsiasi altro periodo della storia del nostro pianeta. La vita su quello che alcuni chiamano, a giusta ragione, pianeta vivente, si è sviluppata durante i miliardi di anni della sua esistenza e, secondo le scoperte di biologi e geologi, è stata la terra stessa a favorire il moltiplicarsi di forme diverse di vita.



Pianeta vivente: Ernst Jünger ed il paradigma primordiale della Terra.

Ernst Jünger, filosofo ed uno dei massimi scrittori e pensatori tedeschi del Novecento, premio Goethe nel 1980, dal suo punto di vista osserva la storia del genere umano considerando l’umanità come una fioritura della crosta terrestre. Per Jünger la Terra è dunque il grembo che da vita all’uomo, il basamento da cui ricava le energie necessarie per potere vivere e sopravvivere anche alle calamità naturali.

James Ephraim Lovelock è un chimico britannico nato a Letchworth, 50 chilometri a nord di Londra, il 26 luglio 1919. È uno scienziato indipendente, scrittore e ricercatore ambientalista che vive in Cornovaglia, nel sud ovest dell'Inghilterra. Uno dei suoi maggiori meriti scientifici è la teoria di Gaia che descrive il pianeta Terra, con tutte le sue funzioni, come un unico super organismo.


Nasce così l’ipotesi Gaia, che su basi prettamente scientifiche, prende in considerazione il fatto che la Terra sia un organismo vivente che si autoregola.

Pensate, Lovelock si rese conto di qualcosa che potrebbe apparire ovvia ma che poi non lo è ovvero che tutti gli organismi viventi liberano prodotti di scarto ed assorbono energia. La vita, dunque, su qualunque pianeta avrebbe usato gli oceani e l’atmosfera come mezzi per estrarre materie pri...

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Comments: 0 | Views: 88Last Post by: Filippo Foti (15/12/2013, 11:16)
 

B_NORM    
view post Posted on 28/11/2013, 15:10 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

La pesca eccessiva è un problema serio ed occorre garantirne la sostenibilità. Satelliti al servizio di pescatori Vs. Google Earth che rivela innumerevoli catture di pesce e che può sorvegliare e denunciare. Una "partita" il cui esito finale non avrà un vincitore!



La pesca eccessiva è causata quando più pesci vengono catturati rispetto a quelli che sono necessari per riprodurre la sua popolazione.
Il pesce serve come una delle principali fonti di cibo per molte persone in tutto il mondo. Essi sono ricchi di proteine e sono grande fonte i nutrienti in una dieta sana. Tuttavia, sempre più pesci vengono catturati in tutto il mondo, causando la diminuzione in modo significativo in tutti i mari.


Recenti ricerche hanno dimostrato che la popolazione di pesci presenti nei mari di tutto il pianeta oggi è solo il 10 per cento del numero che era prima del boom dell’industrializzazione. Questo significa che attualmente sono sotto pressione, e gli scienziati hanno avvertito che entro il 2050, la pesca potrebbe crollare in modo significativo.

Anche se le grandi popolazioni di pesci hanno dimostrato la capacità di recuperare, soprattutto quando sono gestite correttamente, c'è necessità di far rispettare le norme che proteggono i pesci dalla pesca eccessiva e garantirne la sostenibilità.


Per contribuire alla sostenibilità dei pesci, occorre fornire sempre adeguate informazioni ai consumatori, identificando pesci correttamente attraverso il monitoraggio, dal mare alla cucina, i consumatori saranno in grado di sapere dove e quando il pesce è stato catturato.

Inoltre, per il monitoraggio, i pesci possono essere etichettati correttamente in modo che i consumatori possono scegliere il tipo di pesce che vogliono mangiare. La sostenibilità può davvero essere mantenuta quando sappiamo dove i pesci vengono pescati ed esattamente come sono stati pescati.

Prendiamo ad esempio, un pesce che è stato catturato circa 30 giorni fa e quello che è stato catturato proprio ieri sono entrambi chiamati "pesce fresco" da un venditore di pesce.

Quando noi consumatori capiremo l'importanza di mangiare solo veramente «pesce fresco», e capire anche la sua distribuzione, allora il processo di pesca diventerà gradualmente più sostenibile.

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Comments: 0 | Views: 323Last Post by: Filippo Foti (28/11/2013, 15:10)
 

B_NORM    
view post Posted on 25/11/2013, 11:56 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Il vertice dei negoziati sul clima che si è tenuto a Varsavia rasenta il cinismo.



Il saccheggio del ministro dell'ambiente polacco Marcin Korolec - che ha presieduto i colloqui - ha mostrato una mancanza di rispetto per l'incontro e le questioni in gioco.

All'inizio del congresso di Varsavia, il tifone Haiyan ed i suoi effetti devastanti sulle Filippine sarebbe dovuto essere un bel avvertimento su ciò che il pianeta potrebbe essere di fronte se non siamo in grado di mettere un freno ai cambiamenti climatici. L'ultimo rapporto IPCC fornisce impressionante la prova della necessità di un'azione rapida ed efficace. In caso contrario, il mondo dovrà fare i conti con gli eventi più frequenti e gravi estreme condizioni climatiche, dei mari, inondazioni e siccità.

La Banca Mondiale e le Nazioni Unite hanno fissato i campanelli d'allarme. Dobbiamo ridurre le emissioni di almeno l’80 per cento entro il 2050 per mantenere l'aumento della temperatura globale al limite dei due gradi centigradi. L'Agenzia internazionale per l'energia dice che questo assunto significherebbe lasciare che rimangano nel terreno l'80 per cento dei nostri combustibili fossili.

Marcin Korolec


La conferenza in Polonia, si stava dirigendo però in un'altra direzione fin dall'inizio. Fornitori di combustibili fossili e grandi consumatori di energia come le industrie siderurgiche e auto stavano sponsorizzando l'evento. Il paese ospitante, la Polonia, è ed intende rimanere alimentata dal carbone.

Finora Varsavia ha bloccato obiettivi per le emissioni più ambiziose nella UE ed il fatto che il vertice dei negoziati sul clima si sia tenuto a Varsavia rasenta il cinismo. Il saccheggio del ministro dell'ambiente polacco - che ha presieduto i colloqui - ha mostrato una mancanza di rispetto per l'incontro e le questioni in gioco.

Ma il fallimento della conferenza non è stato solo colpa della Polonia. Le emissioni di CO2 continuano ad aumentare a livello globale, ed i delegati non hanno dimostrato di avere molto nel loro bagaglio per fare qualcosa al riguardo. Hanno portato pochi contributi in termini di impegno di riduzione delle emissioni o per la creazione di un meccanismo di compensazione vincolante e ben finanziato per i paesi in via di sviluppo. I paesi più poveri, che stanno già lottando per far fronte a modelli climatici imprevedibili , siccità e inondazioni, sono tornati ancora una...

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Comments: 0 | Views: 41Last Post by: Filippo Foti (25/11/2013, 11:56)
 

B_NORM    
view post Posted on 12/11/2013, 20:26 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Ogni anno il 21 novembre Legambiente celebra gli alberi ed il contributo indispensabile che loro danno alla vita degli esseri viventi sul nostro pianeta.



Infatti, com’è noto, assorbono anidride carbonica (nota anche come biossido di carbonio o diossido di carbonio) e restituiscono ossigeno. Gli alberi, hanno un ruolo fondamentale nella prevenzione del dissesto idrogeologico e nel contempo proteggono la biodiversità.
Legambiente, da oltre 30 anni, “si batte nella difesa dei beni comuni e dell’immenso patrimonio di cui tutti noi dobbiamo essere custodi e garanti. È con questa idea di futuro che abbiamo dato vita all’ambientalismo scientifico, al volontariato ambientale, alla lotta contro le ecomafie, sostenendo con tenacia e determinazione le energie rinnovabili, le aree protette, l’educazione ambientale, la qualità della vita di tutti.”
Ogni anno il 21 novembre Legambiente celebra gli alberi per il contributo indispensabile che loro danno alla vita degli esseri viventi sul nostro pianeta. Infatti, com’è noto, assorbono anidride carbonica (nota anche come biossido di carbonio o diossido di carbonio) e restituiscono ossigeno. Gli alberi, hanno un ruolo fondamentale nella prevenzione del dissesto idrogeologico e nel contempo proteggono la biodiversità.
Abbiamo ricevuto con piacere una mail da Legambiente per ricordarci l’avvenimento che noi con piacere divulghiamo.
“L’albero è il simbolo della natura che per primo ci parla di radicamento, vita e appartenenza al territorio. Mettere a dimora un nuovo albero è un gesto concreto di vita e di speranza. Quest'anno dedichiamo la festa dell’albero, il 21 novembre, ai diritti dei migranti, perché possano essere rimossi tutti gli ostacoli legislativi e culturali che impediscono ancora il dialogo tra culture diverse. Vogliamo dedicare i nuovi alberi a tutte le bambine e i bambini nati in Italia da genitori stranieri perché purtroppo nascere figli di genitori stranieri nel nostro Paese non significa ancora esserne cittadini.
Vogliamo poi ricordare e promuovere la legge 10/2013 che definisce obiettivi e strumenti per migliorare la gestione del verde urbano nei comuni. Tra le norme sancite c'è “l’obbligo per il comune di residenza di porre a dimora un albero per ogni neonato”.
Vuoi darci una mano?...

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Comments: 0 | Views: 57Last Post by: Filippo Foti (12/11/2013, 20:26)
 

B_NORM    
view post Posted on 25/10/2013, 07:33 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

In Perù uccidere i delfini è illegale, un reato considerato un crimine contro l’ambiente. Ogni anno però da 7.500 a 15.000 delfini muoiono massacrati dalle mani dei pescatori.



I pescatori usano la loro carne e grasso come esca per la cattura di squali.
Taiji in Giappone, Norvegia, Islanda e tanti delfinari, veri lager per i nostri amici delfini, quanto per citare alcuni paesi che praticano questa “pesca” fanno a gara per massacrarli.

Ancora una notizia raccapricciante, dopo quanto già si sente che avviene da tante parti del mondo sulla atroce sorte di queste creature belle ed intelligenti.

La notizie della denuncia questa volta ci giunge dalla Ong (Organizzazione non governativa) peruviana “Mundo Azul” che di questo argomento ne ha fatto uno studio. Mundo Azul sta per “Mondo Blu” e si occupa della salvaguardia degli animali ed è una istituzione che lavora in Perù da più di 10 anni contro il commercio illegale di carne di delfino per consumo umano.

Riportato dall’agenzia di notizie statale Andina, nel paese esistono più di 545 imbarcazioni attrezzate per questo tipo di pesca illegale e che escono in mare come minimo sei volte l’anno, uccidendo in ogni uscita tra i due e i sei delfini.

Hardy Jones


Secondo il direttore di questa organizzazione, Stefan Austermühle, si stima che nella costa peruviana esistono più di 545 vasi artigianali appositamente attrezzate per questa caccia, lasciando almeno 6 volte l'anno e uccide tra 2-6 delfini su ogni uscita.
Gruppi di conservazione marina di tutto il mondo stanno esprimendo shock ed indignazione a seguito di segnalazioni e video che documentano l'uccisione di migliaia di delfini.

"I rappresentanti di Stati Uniti, Gran Bretagna, Hong Kong, Canada, Australia, Italia, Messico e persino dal Giappone unitamente ad altri paesi hanno firmato una dichiarazione in cui esprimono la loro condanna del massacro brutalmente crudele e spreco di delfini ", ha detto Hardy Jones, direttore esecutivo di BlueVoice.

"Il Perù potrebbe diventare come e peggio del Giappone come si diffonde la conoscenza di questa pratica incredibilmente crudele e con aggiunta lo spreco di uccidere i delfini per essere utilizzati come esca per gli squali", ha continuato Jones, che ha lavorato in Giappone dal 1979 per porre fine lì all'uccisione dei delfini.

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Comments: 0 | Views: 233Last Post by: Filippo Foti (25/10/2013, 07:33)
 

B_NORM    
view post Posted on 23/10/2013, 20:40 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

«De Waal è il nostro maestro sul comportamento degli animali, ma ci fa capire anche quello che gli animali hanno da dire su di noi.» «Scientific American».


Si sa da sempre che il rapporto madre-figlio è determinante per lo sviluppo socio-emotivo negli esseri umani. Il coccolare, il confortare e le attenzioni di una madre sono infatti importanti per una migliore crescita del bambino.

Abbiamo letto con interesse un nuovo studio condotto dal professor Frans de Waal del Centro di Ricerca Nazionale Yerkes Primate della Emory University di Atlanta, in Georgia, e del suo collega, dr Zanna Clay, in un santuario nella Repubblica Democratica del Congo, dove è stato scoperto che il rapporto madre-figlio è cruciale anche tra le scimmie. Infatti le cure materne tra i bonobi è alla base del successo dei loro piccoli.


Il nuovo studio esamina come gli scimpanzé interagiscono tra loro e come si consolano a vicenda come gli esseri umani.

Gli scienziati che studiano gli scimpanzé bonobo in un santuario nella Repubblica Democratica del Congo hanno scoperto che i bonobo tolti alle loro madri e che sono in difficoltà tendono ad essere coccolati e confortati dagli altri, ma che gli scimpanzé orfani mostrano nettamente meno empatia verso gli altri. Insieme con lo scimpanzé comune, i bonobi sono i parenti vivente più vicini degli esseri umani.

Frans de Waal, zoologo ed etologo, è specializzato nello studio dei primati. È nato in Olanda e attualmente insegna psicologia allo Yerkes Regional Primate Research Center della Emory University ad Atlanta, dove conduce le sue ricerche.Tra le sue opere, due saggi tradotti in tutto il mondo: La politica degli scimpanzé (1984), Far la pace tra le scimmie(1990) e Naturalmente buoni (Garzanti, 1997), L'età dell'empatia (2011).




I ricercatori hanno scoperto che i bonobo orfani non solo sono meno propensi a confortare i loro compagni che non sono orfani, ma che hanno anche più difficoltà a gestire le proprie emozioni. Dopo un combattimento, per esempio, gli orfani si sentono "molto turbati" ed urlano per minuti, mentre i bonobi, che sono stati allevati dalle loro madri sono più resistenti, placando il loro sfogo emotivo in pochi secondi.

La capacità dei bonobo di entrare in empatia quando hanno subito un abban...

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Comments: 0 | Views: 419Last Post by: Filippo Foti (23/10/2013, 20:40)
 

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view post Posted on 13/10/2013, 21:25 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

In marcia ieri contro la Monsanto, un evento mondiale in concomitanza con la Giornata Mondiale dell'Alimentazione, è stato organizzato in più di 500 città sparse in 50 paesi in tutto il pianeta.




L'evento è stato finalizzato a diffondere la consapevolezza circa l'impatto negativo del colosso multinazionale, che ha interessi in colture geneticamente modificate, semi e fertilizzanti.
Le proteste, che purtroppo non hanno avuto larga eco su tutti i media, anzi per niente, hanno avuto come scopo diffondere la notizia che le aziende come la Monsanto stanno uccidendo le competenze degli agricoltori costringendoli a dirottare i loro prodotti sulla loro tecnologia. Un attivista ambientale SAGE, durante la partecipazione al programma di protesta ha detto: "Ci rendiamo conto che questa lotta non può mai essere interrotta, perché le aziende agro-chimici come la Monsanto sono inesorabili. Monsanto paga tangenti enorme per i governi di tutto il mondo, minaccia e opprime agricoltori attraverso le sue leggi contrattuali. Oggi, ha conquistato quasi il 30 per cento delle sementi e mezzi di produzione agricoli in tutto il mondo e rappresenta un grave pericolo per l'indipendenza alimentare di tutti i paesi del mondo.”

Anche in Italia, ieri si è svolta una marcia a Vivaro in provincia di Pordenone dove è stato effettuato il primo raccolto legale di mais OGM Mon810. Nessuno ne ha parlato, tranne che Euronews che ci ha consentito di dare questa informazione ed allargare nel web le nostre conoscenze.



Il cibo geneticamente modificato è stato dichiarato senza rischi da numerosi organismi di controllo internazionali, ma l'opinione pubblica è ancora molto diffidente e l'Unione europea è molto cauta nel concedere le approvazioni.
Il primo raccolto di mais OGM Mon810 OGM è stato dunque trebbiato ieri a Vivaro (Pordenone) e Futuragra, un'associazione culturale nata nel 2004 a Pordenone, composta da imprenditori agricoli e supportata da consulenti scientifici, non sappiamo quanto non foraggiata dalla Monsanto, ha invitato tutti gli agricoltori italiani per ribadire ancora una volta alle istituzioni che l'Italia può e deve accedere all'innovazione. Futuragra ha anche diffuso un comunicato avente per oggetto il risultato delle analisi sui campi circostanti evidenziando che non ci sono state contaminazioni alle colture.

Ribadiamo che, tranne una stringata notizia Ansa di qualche giorno fa, non ripresa da nessun giornale ...

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Comments: 0 | Views: 61Last Post by: Filippo Foti (13/10/2013, 21:25)
 

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