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Il pianeta blu
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  1. 24/10 13:15 Filippo Foti: Ciao visitatore ;)

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Filippo Foti
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B_NORM    
view post Posted on 4/10/2014, 20:09 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Gli oceani sono sovrasfruttati, le foreste eliminate, il clima si ribalta e si osserva la più grande estinzione di specie dalla scomparsa dei dinosauri. I risultati del Living Planet Report 2014 sono chiari: Così facendo, l'umanità sta guidando il proprio pianeta ad un pericoloso collasso.



Acqua, energia e cibo. Le nostre società ed economie dipendono dallo stato di salute della biodiversità e degli ecosistemi. Poco più della metà delle popolazioni della fauna selvatica del mondo sono scomparsi nel giro di soli quattro decenni: questa è la constatazione di Living Planet Report 2014, una pubblicazione biennale del WWF. Questo continuo declino della fauna selvatica sempre più insostenibile nella culla della vita sottolinea più che mai la necessità di soluzioni sostenibili per far cessare una emorragia veramente globale.

Il Living Planet Report 2014 del WWF è arrivato quest’anno alla sua decima. Il titolo del documento elaborato dal WWF, (Uomini, specie, aree e degli ecosistemi), segue l'evoluzione di oltre 10.000 popolazioni di specie di vertebrati (raggruppati in un database gestito dalla Zoological Society di Londra) tra il 1970 e il 2010, per stabilire la situazione del pianeta vivente.

Il calcolo dell'impronta ecologica dell'umanità è a sua volta effettuato dal Global Footprint Network (GFN), un'organizzazione internazionale orientata nel promuovere la sostenibilità attraverso l'Impronta Ecologica, (l’indicatore che esprime la domanda di risorse naturali dall'umanità), uno strumento di contabilità ambientale che misura quante risorse naturali abbiamo, quante ne usiamo e chi usa cosa.

Mettendo i limiti ecologici al centro dei processi decisionali, (GFN) lavora per mettere fine all’eccessivo sfruttamento delle risorse (Overshoot) e creare una società dove tutte le persone possono vivere bene entro i limiti del pianeta.


Global Footprint Network è stato creato nel 2003 il con l’intento di rendere possibile un futuro sostenibile, in cui tutti abbiano la possibilità di vivere in maniera soddisfacente con le risorse messe a disposizione dall’unico pianeta di cui disponiamo.

Il Living Planet Report 2014 mostra non solo che la perdita di biodiversità continua ad un ritmo insostenibile, ma anche che l'impronta ecologica aumenta. I risultati allarmanti di questi due indicatori minacciano i sistemi naturali ed il benessere umano e anche Living Planet Report 2014 invita tutti noi a prendere un'azione responsabile ed urgente per invertire queste tendenze.

"I risultati del Living Planet Report mostrano più che mai che...

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Tags:
ecologia profonda
Comments: 0 | Views: 66Last Post by: Filippo Foti (4/10/2014, 20:09)
 

B_NORM    
view post Posted on 7/2/2014, 23:56 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

The Limits to Growth and deep ecology (I limiti alla crescita ed ecologia profonda) - Negli anni ’70 chi si ricorda delle “domeniche senza macchine”? Amara riflessione… Fu una utopia? No! Fu una buona intrenzione? Sì! Ma... successe che le lobby, variamente interessate, si erano prese una gran paura! Quale? Che la gente si accorgesse di quanto era bello un mondo senza automobili?




Il prof. Guido Dalla Casa, a fine post leggerete una breve biografia, dal 1970 circa si interessa di filosofia dell’ecologia e di ecologia profonda; tramite il gruppo omonimo di questo forum, ci ha fatto pervenire il messaggio che segue mettendo in rilievo il pensiero di vari filosofi non ambientalisti e soprattutto il Suo pensiero di filosofo ambientalista.
Così scrive, giovedì 06 febbraio 2014 su “Quantic Magazine”, un news di informazioni on line, creato per cercare di fare aumentare la consapevolezza nell’uomo che cambiare si deve e si può.

“Nel 1972 uscì in italiano il rapporto “I limiti dello sviluppo” (The Limits to Growth) promosso dal Club di Roma, fondato da Aurelio Peccei, che non era un filosofo ambientalista, ma un dirigente italiano.



Si noti che il rapporto del Club di Roma non è mai andato fuori da posizioni antropocentriche, non ha mai fatto considerazioni morali, pure molto importanti dato che stiamo sottraendo lo spazio vitale a tutti gli esseri senzienti (altri animali, vegetali, ecosistemi) e sostituendo in modo massiccio materia inerte a sostanza vivente. Il rapporto non è quindi basato sulle idee dell’Ecologia Profonda. Siamo completamente entro il paradigma cartesiano-newtoniano, anche se con approccio abbastanza sistemico, e non viene avanzato alcun dubbio sulla visione del mondo antropocentrica, allora e tuttora imperante. In quegli anni “Il punto di svolta” non era ancora iniziato, e anche oggi, se è in corso, procede con estrema lentezza. Il libro di Fritjof Capra che porta quel titolo, è uscito in italiano dieci anni dopo, nel 1984.



Quindi c’erano tutte le premesse perché il rapporto del Club di Roma potesse essere accettato, esaminato, ascoltato senza lo sforzo di dover effettuare un cambio di paradigma o di rovesciare subito una visione del mondo: sono passati più di quaranta anni, ora è troppo tardi perché si possano evitare eventi traumatici...

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ecologia profonda
Comments: 0 | Views: 64Last Post by: Filippo Foti (7/2/2014, 23:56)
 

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