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Il pianeta blu
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  1. 24/10 13:15 Filippo Foti: Ciao visitatore ;)

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Filippo Foti
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B_NORM    
view post Posted on 25/11/2014, 23:41 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

I passaggi vitali che i leader mondiali devono adottare per proteggere la Terra. Il Fondo Verde per il clima.


lima



Ogni anno, le emissioni di carbonio delle automobili, delle fabbriche e delle centrali elettriche continuano a salire inesorabilmente su tutto il pianeta e conseguentemente saliranno i livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. Pertanto, la prima e più importante decisione che i leader mondiali devono prendere ai colloqui sul clima di Parigi il prossimo anno, è quello di concordare, attraverso un impegno vincolante, che 2°C è il limite superiore, accettabile del riscaldamento globale sulla Terra. Tutte le altre decisioni prese a Parigi seguiranno in conseguenza di tale accordo.

Negli ultimi due secoli, a partire dalla rivoluzione industriale, la Terra ha dovuto sopportare un riscaldamento senza precedenti e, un riscaldamento di due gradi, entro 30 anni, sarebbe l'aumento equivalente a due secoli. Questo causerebbe la diffusione di deserti, aumento di tempeste e vaste inondazioni che potrebbero uccidere milioni di persone nel mondo.

La maggior parte del biossido di carbonio che è stato aggiunto nell'atmosfera è opera delle industrie delle nazioni sviluppate. I paesi in via di sviluppo, che hanno prodotto relativamente poco anidride carbonica, richiederanno con forza al prossimo COP 20 a Lima (Perù) un impegno chiaro da queste nazioni ricche a fornire un sostegno finanziario per aiutarli ad adattarsi ad un pianeta più caldo e per mitigare contro i peggiori effetti del riscaldamento globale.

I colloqui internazionali, che si terranno a Parigi, nel 2015 hanno acceso un dibattito su come si possa salvare la terra da danni irreparabili. L'obiettivo dei colloqui è quello di limitare il riscaldamento globale di due gradi, e Robin McKie, scrittore e giornalista scientifico a The Guardian, ha consigliato dei passaggi vitali che i leader mondiali devono adottare per proteggere la terra.

Pertanto, quanto per guardare all'interno dell'UE, i paesi devono prendere impegni reali per affrontare il cambiamento climatico, fissare dei limiti al consumo e procedere al monitoraggio delle emissioni. “Questo può sembrare ovvio, sostiene McKie, ma ancora oggi molti paesi non sono attrezzati sufficientemente per monitorare il consumo di energia a livello nazionale in modo realistico e comprendere il dettaglio per l’utilizzo”. Egli suggerisce che una commissione indipendente è l'unico modo per farlo, ovvero un gruppo il cui compito sarebbe quello di monitorare le emissioni delle nazioni per verificare se stanno mantenendo i loro impegni.

Per ...

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Comments: 0 | Views: 56Last Post by: Filippo Foti (25/11/2014, 23:41)
 

B_NORM    
view post Posted on 23/4/2014, 21:16 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Quest'anno l'Earth Day affronta il tema delle ''Green Cities''.
L’Italia negli ultimi due decenni ha perso qualcosa come il 15 % della terra coltivata.



Ieri 22 aprile 2014 è stata la cosiddetta “Giornata della Terra” e delle città verdi in tutto il pianeta. Mentre “Earth day” ogni anno vede impegnati circa un miliardo di persone, tra istituzioni, ambientalisti, naturalisti e gente comune, è doveroso constatare che in Italia, come in altri paesi del mondo, la “Green Economy”, che rappresenta già una realtà, non è sufficiente per un pianeta la cui popolazione cresce vertiginosamente tanto che la scienza si preoccupa di trovare nuovi spazi abitabili in altri pianeti.

La "Green economy" è fondata su dei principi che vede protagonisti i prodotti realizzati con processi attenti all’ambiente ed alle persone, ma che inevitabilmente sono costosi da sostenere e riservati ad una élite di consumatori in pochi paesi del mondo globalizzato.

La “Green Economy”, già superata dalla “Blue Economy”, creata da Gunter Pauli, imprenditore, filosofo e scrittore belga, deve sostenere sfide ambientali per una popolazione mondiale che, dovendo affrontare i cambiamenti climatici, si sposta in città ritenute più sicure per creare comunità sostenibili.


Quest'anno l'Earth Day affronta il tema delle ''Green Cities'' e l’Italia, che negli ultimi due decenni ha perso qualcosa come il 15 % della terra coltivata, ovvero ha ridotto di oltre due milioni di ettari i beni primari che derivano dalla terra a favore della cementificazione e dell'abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato, deve necessariamente cambiare rotta.

Come sottolinea la Coldiretti sul suo sito istituzionale, “ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio ( 288 ettari) con il risultato che in Italia oltre 5 milioni di cittadini si trovano in zone esposte al pericolo di frane ed alluvioni che riguardano ben il 9,8 per cento dell’intero territorio nazionale.

Per proteggere il territorio ed i cittadini, l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile dalla cementificazione nelle città e dall’abbandono nelle aree marginali con un adeguato riconoscimento dell’attività agricola che ha visto chiudere 1,2 milioni di aziende negli ultimi venti anni.

Se nella classe dirigente è mancata fino ad ora la cultura del valore dell'agroalimentare, della salvaguardia del territorio e del cibo che è una del...

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Comments: 0 | Views: 71Last Post by: Filippo Foti (23/4/2014, 21:16)
 

B_NORM    
view post Posted on 15/4/2014, 14:16 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

The Limits to Growth, trenta traduzioni, nel 1972 furono vendute 12 milioni. Il più grande successo editoriale della letteratura sull'ambiente.


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Il 13/4/2014, abbiamo pubblicato un post dal titolo: IPCC - Cambiamenti climatici 2014: è buio nero, più nero del nero! . Una lettura di questo post potrà essere utile per comprendere come ancora, malgrado tutti gli insulti che riceve, la Terra che è un pianeta ovviamente non illimitato, come spesso si pensa…, con risorse limitate, può essere salvata.

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Ma non sarà la Terra, come impropriamente si sente dire, ma è l’umanità che rischia di scomparire e con essa tutti gli esseri viventi. Ne ha passate di ere catastrofiche questo nostro pianeta, ma ha saputo sempre reagire. Resisterà a questa nuova era che molti chiamano “Antropocene”? Questo termine, coniato dal premio Nobel Paul Crutzen, è la rappresentazione dell’epoca attuale in cui le attività antropiche stanno pesantemente modificando gli equilibri della biosfera.

I cambiamenti climatici stanno oscurando i convincimenti dei grandi della terra come se la crescita sia infinita.

RBa91dB

Paul Crutzen


Roy Scranton, in un suo articolo: “Learning How to Die in the Anthropocene” ovvero “Imparare a morire nell’Antropocene”, lancia questo monito: “Se continueremo a pensare che domani sarà come ieri, marceremo ciecamente verso il disastro”.
Ed il 10 novembre 2013, scrive su Nytimes.com: “Now, when I look into our future — into the Anthropocene — I see water rising up to wash out lower Manhattan. I see food riots, hurricanes, and climate refugees. I see 82nd Airborne soldiers shooting looters. I see grid failure, wrecked harbors, Fukushima waste, and plagues. I see Baghdad. I see the Rockaways. I see a strange, precarious world …” ovvero : “Quando guardo al nostro futuro - nell’ Antropocene - vedo il mare che si alza per inondare Manhattan. Vedo rivolte per il cibo, uragani e profughi climatici. Vedo l’esercito che spara ai saccheggiatori. Vedo blackouts, porti rovinati, scorie nucleari di Fukushima e piaghe. Vedo Baghdad. Vedo le Rockaways. Vedo un mondo strano e precario …”

E continua così: “La psiche umana si ribella naturalmente all’idea della sua fine. Allo stesso modo, le civiltà hanno marciato ciecamente verso il disastro, perché gli esseri umani sono port...

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Comments: 0 | Views: 76Last Post by: Filippo Foti (15/4/2014, 14:16)
 

B_NORM    
view post Posted on 15/12/2013, 11:16 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

La resilienza della terra passa dall’uomo che deve imparare a comprendere le leggi naturali dei sistemi viventi
in modo che lavori con la natura piuttosto che contro di lei.




Prima di descrivere il concetto di resilienza e dell’importanza che questo termine assume nel contesto scientifico - ecologico, accenniamo alla nostra “madre” terra.

La più ricca varietà di vita della terra si trova nelle foreste tropicali dove oggi, malgrado i continui insulti che il pianeta riceve, ci sono più specie di piante e animali viventi che in qualsiasi altro periodo della storia del nostro pianeta. La vita su quello che alcuni chiamano, a giusta ragione, pianeta vivente, si è sviluppata durante i miliardi di anni della sua esistenza e, secondo le scoperte di biologi e geologi, è stata la terra stessa a favorire il moltiplicarsi di forme diverse di vita.



Pianeta vivente: Ernst Jünger ed il paradigma primordiale della Terra.

Ernst Jünger, filosofo ed uno dei massimi scrittori e pensatori tedeschi del Novecento, premio Goethe nel 1980, dal suo punto di vista osserva la storia del genere umano considerando l’umanità come una fioritura della crosta terrestre. Per Jünger la Terra è dunque il grembo che da vita all’uomo, il basamento da cui ricava le energie necessarie per potere vivere e sopravvivere anche alle calamità naturali.

James Ephraim Lovelock è un chimico britannico nato a Letchworth, 50 chilometri a nord di Londra, il 26 luglio 1919. È uno scienziato indipendente, scrittore e ricercatore ambientalista che vive in Cornovaglia, nel sud ovest dell'Inghilterra. Uno dei suoi maggiori meriti scientifici è la teoria di Gaia che descrive il pianeta Terra, con tutte le sue funzioni, come un unico super organismo.


Nasce così l’ipotesi Gaia, che su basi prettamente scientifiche, prende in considerazione il fatto che la Terra sia un organismo vivente che si autoregola.

Pensate, Lovelock si rese conto di qualcosa che potrebbe apparire ovvia ma che poi non lo è ovvero che tutti gli organismi viventi liberano prodotti di scarto ed assorbono energia. La vita, dunque, su qualunque pianeta avrebbe usato gli oceani e l’atmosfera come mezzi per estrarre materie pri...

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Comments: 0 | Views: 88Last Post by: Filippo Foti (15/12/2013, 11:16)
 

B_NORM    
view post Posted on 6/12/2012, 11:11 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Secondo un rapporto della società britannica PwC è tempo di attrezzarsi per convivere con un pianeta più caldo, oppure ad incominciare, drasticamente, a rimediare.


La PricewaterhouseCoopers ( PwC), è la più grande società di servizi professionali con sede a Londra, Regno Unito ed impiega più di 180.000 persone. Secondo società è tempo di attrezzarsi per prepararsi ad un mondo sempre più caldo e nel loro sito scrivono:"se valutate seriamente la sostenibilità ed il cambiamento climatico e desiderate apportare modifiche al vostro modo di lavorare, siete arrivati nel posto giusto, noi sapremo come consigliarvi".

Il pianeta dunque si sta dirigendo verso un incredibile aumento di temperatura di sei gradi Celsius in questo secolo e per limitarlo a due gradi, il mondo globalizzato e non deve aumentare gli sforzi per ridurre le emissioni di CO2 di cinque volte rispetto a quanto realizzato negli ultimi dieci anni. I nostri figli potrebbero essere proiettati in un secolo dominato dal cambiamento climatico.

La relazione della società britannica PwC si basa sulla riduzione del totale delle emissioni globali di carbonio fino al 2050. Negli ultimi 10 anni si è avuta una decarbonizzazione (riduzione delle emissioni di anidride carbonica), dello 0,8% l'anno. Questo è un modo troppo lento, come si evince dalla tabella riportata sotto.


La tabella mostra che, anche se raddoppiamo i nostri sforzi di riduzione del carbonio il pianeta si riscalderà fino ad arrivare ai sei gradi Celsius! Una continuazione del nostro attuale livello di riduzione non farà altro che peggiorare paradossalmente le cose, in quanto è il totale delle emissioni da oltre 50 anni che conta. Il grafico mostra che nel 2000 il piano è stato impostato per ridurre il carbonio del 3,7% all'anno. Dal momento che sono più di 12 anni che abbiamo ridotto solo dell'0,8% l'anno, ora abbiamo bisogno di ridurlo del 5,1% l'anno per compensare tutto il carbonio emesso in più negli ultimi 12 anni.

Ciò significa, sempre secondo PwC, che ogni anno 20 centrali elettriche a carbone dovrebbero essere chiuse, oltre ad una drastica riduzione di autovetture che dovrebbero essere sostituite con motori elettrici o con altri sistemi che non producano emissioni ed una su 20 compagnie aeree dovrebbero cessare l'attività. Dato l'attuale clima economico è molto improbabile che questi obiettivi saranno raggiunti. Quindi faremmo meglio a prepararci per un mondo più caldo. Quando la...

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Comments: 0 | Views: 30Last Post by: Filippo Foti (6/12/2012, 11:11)
 

B_NORM    
view post Posted on 9/11/2012, 21:32 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Tokelau, un territorio della Nuova Zelanda composto da tre atolli corallini nel Pacifico del sud,
è ora completamente in grado di sostenersi con l'energia solare - primo paese al mondo a farlo.


Tokelau


Un unico campo di collettori è stato eretto tra i tre atolli per fornire ai suoi oltre 1.400 abitanti il 150% del loro fabbisogno di energia elettrica. Alla fine verranno spesi oltre 5 milioni di euro, che potrebbe sembrare costoso, ma il risparmio a lungo termine per il semplice fatto che non dovranno più importare benzina e diesel compenserà il costo a lungo termine.


I 4.032 pannelli solari e batterie 1344 sono stati installati da Nuova Zelanda società PowerSmart . Il piano originale era quello di generare il 93 per cento del fabbisogno Tokelau, con il resto proviene dalla combustione di olio di cocco. Si scopre che i pannelli possono realmente gestire fino a 150 per cento del fabbisogno energetico Tokelaun, ma l'olio di cocco è ancora in giro per le giornate nuvolose, lavorando di notte e le emergenze.


La capacità totale della rete di Tokelau è stata stimata in oltre 1.400 MWh, con una riduzione di oltre 950 tonnellate l'anno di emissioni di anidride carbonica. Il contributo totale di Tokelau alle emissioni globali di anidride carbonica può essere piccolo, ma la questione è incredibilmente urgente per Tokelauns, in quanto, con molte altre isole del Pacifico, il punto più alto sul livello del mare di Tokelau si trova a soli cinque metri. Alcune piccole parti dei tre atolli possono sopravvivere innalzamento dei mari, ma la loro disponibilità di acqua dolce è già stata contaminata da acqua salata che filtra dall'ambiente circostante dell'oceano strisciante.


Tokelau in polinesiano significa "vento del Nord" ed è un territorio della Nuova Zelanda, composto da tre atolli corallini situati a metà strada tra le Hawaii e la Nuova Zelanda. I tokelauani sono poco più di 7.000 ma, a seguito dell'emigrazione ...

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Comments: 0 | Views: 49Last Post by: Filippo Foti (9/11/2012, 21:32)
 

B_NORM    
view post Posted on 19/2/2012, 18:15 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Il cosmonauta russo Yuri Gagarin, quando guardò meravigliato il nostro pianeta da molto lontano disse: "il pianeta è blu!" I premiati "Blue Planet" chiedono un "cambiamento" per la realizzazione di uno sviluppo sostenibile e la conservazione - "dei colori naturali"- del nostro pianeta.



Venerdì 10 febbraio 2012, un gruppo di importanti scienziati del mondo esperti di sviluppo sostenibile, hanno chiesto delle modifiche urgenti ai politici ed alle istituzioni di tutto il mondo, per permettere all'umanità di affrontare le crisi ambientali e migliorare il benessere umano.

Tutti i vincitori delle passate edizioni del Premio Pianeta Blu, si sono riuniti a Londra per stilare un documento che sarà lanciato in occasione del Programma Ambiente delle Nazioni Unite nella riunione del Consiglio direttivo a Nairobi dal 20 al 22 febbraio.


Nel corso della conferenza stampa presso l'Istituto Internazionale per l'Ambiente e lo Sviluppo, Bob Watson, ha presentato le principali conclusioni relative al documento finale e le raccomandazioni suggerite.

Bob Watson



Il documento mette in risalto cosa occorre fare per l'ambiente che rappresenta la chiave per affrontare le sfide del prossimo futuro dello sviluppo. Esso evidenzia le politiche, le tecnologie e le modifiche comportamentali necessarie per proteggere l'ambiente locale, regionale e globale, stimolare l'economia e migliorare le condizioni di vita dei poveri.

La carta ambientale e sfide dello sviluppo:

l'imperativo è agire in vista della conferenza Rio +20 che si terrà nel mese di giugno in Brasile e che segna il 20° anniversario della storica Conferenza delle Nazioni Unite sull'Ambiente e lo Sviluppo (Rio Earth Summit).

"Le sfide del mondo di oggi devono essere affrontate immediatamente, se vogliamo risolvere il problema del cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e la povertà", dice Bob Watson, che è il principale consulente scientifico del governo britannico "Dipartimento per l'Ambiente, l'Alimentazione e le questioni rurali (Defra), un vincitore del Premio Blu Planet nel 2010 e co-autore del nuovo documento.

Achim Steiner, Sottosegretario Generale e Direttore Esecutivo dell'UNEP, ha dichiarato:

"La carta dei vincitori del Blue Planet sarà una sfida per i governi e le società nel loro complesso ad agire per limitare i cambiamenti climatici indotti dall'uomo, la perdita della biodiversità e il degrado dei servizi ecosistemici al fine di garantire il cibo, l'energia idrica e la sicurezza umana.

Vorrei ringraziare il professor Watson ed i colleghi per l'eloquente articolazione delle loro visioni su come possono essere affrontate le sfide dello sviluppo, evidenziando le soluzioni, le politiche, le tecnologie e le modifiche del comportamento richieste per la crescita delle economie verdi, per la creazione di posti di lavoro e per fare uscire le persone dalla povertà senza spingere il mondo attraverso i confini planetari".

foto di gruppo di vincitori di passate edizioni




I vincitori "Blue Planet" che si sono riuniti a Londra per lavorare sulla carta sono i seguenti:

• Professore Bob Watson, consulente scientifico del Ministero britannico per gli Affari Environment, Food and Rural (Defra);
• Lord (Robert) May di Oxford, l'ex capo consigliere scientifico del governo britannico e presidente della "Royal Society of London";
• Professore Paul Ehrlich, Stanford University;
• Professore Harold Mooney, Stanford University;
• Dr. Gordon Hisashi Sato, Presidente, Manzanar Progetto Corporation;
• Professore José Goldemberg, segretario per l'ambiente dello Stato di São Paulo, Brasile e segretario dell'Ambiente ad interim durante il Summit di Rio nel 1992;
• Il dottor Emil Salim, ex ministro dell'Ambiente della Repubblica di Indonesia;
• Dr. Camilla Toulmin, direttore dell'Istituto Internazionale per l'Ambiente e lo Sviluppo;
• Bunker Roy, fondatore del Barefoot College;
• Dr Syukuro Manabe, Senior Scientist, Princeton University;
• Julia Marton-Lefevre, direttore generale dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura;
• Il dottor Simon Stuart, presidente della Species Survival Commission della Unione Internazionale per la Conservazione della Natura;
• Dr. Will Turner, Vice Presidente della priorità di conservazione e diffusione, Conservation International;
• Il dottor Karl-Henrik Robert, fondatore di The Natural Step, Svezia.

Il "Pianeta Blu" nasce nel 1992, l'anno del Summit della Terra di Rio ed è stato istituito dalla "Asahi Glass Foundation". Il premio viene assegnato a persone o organizzazioni in tutto il mondo in riconoscimento dei risultati ottenuti nell'ambito della ricerca scientifica e la sua applicazione che hanno contribuito a fornire soluzioni ai problemi ambientali globali.

Il Premio, due ogni anno, è offerto nella speranza di incoraggiare gli sforzi per giungere a sanare il fragile ambiente della Terra.
Il nome del premio è stato ispirato dalla frase "la Terra è blu", pronunciata dal primo uomo lanciato nello spazio, il cosmonauta russo Yuri Gagarin, quando guardò meravigliato il nostro pianeta da molto lontano. Il premio "Blue Planet" è stato chiamato così nella speranza che il nostro pianeta blu, sarà un bene comune in grado di sostenere la vita umana anche in futuro.

Il 9 novembre 2011 al Kaikan di Tokyo (Minato Ward, Tokio) sono stati premiati:

Dr. Jane Lubchenco (USA)
Sottosegretario al Commercio per gli oceani e atmosfera ed Amministratore della National Oceanic and Atmospheric Administration.

dr. Jane Lubchenco


Il dr. Jane Lubchenco ha compiuto una brillante ricerca accademica in ecologia marina, espandendo il campo a nuovi settori e combinando le scienze fisiche con quelle biologiche. Come uno degli ecologisti più frequentemente citati al mondo, ha avuto un profondo impatto sui settori della biologia marina e le scienze ambientali.

Il suo lavoro dimostra la stretta relazione tra ambiente, biodiversità, salute umana, economia e sicurezza nazionale, e quindi tra l'ambiente e il benessere umano. Ha fornito un approccio efficace per gli scienziati per affrontare le questioni ambientali basate sul suo concetto fondamentale, un "contratto sociale per gli scienziati", che collega gli scienziati con la società.

Nei suoi 40 anni di programmi educativi di base per sradicare la povertà e migliorare la qualità della vita dei più poveri che guadagnano meno di 1 dollaro al giorno, questa organizzazione ha mostrato i messaggi potenti e semplici come i poveri possono sviluppare con dignità e rispetto di sé come dimostrato dal Mahatma Gandhi.

Il Barefoot College ha dimostrato l'impatto di individuare, rispettare ed applicare le conoscenze tradizionali, le competenze del villaggio e la saggezza pratica in comunità rurali povere in tutto il mondo. L'idea innovativa della formazione delle donne dei villaggi africani con le abilità di alfabetizzazione che hanno portato pulizia e luce a migliaia di comunità povere di tutto il continente africano.


Con il sostegno finanziario del governo dell'India quasi 200 "nonne" sono state addestrate come ingegneri solari in 6 mesi e sono state elettrificate 12.000 case, con un risparmio di diversi milioni di litri di cherosene che inquinavano l'ambiente. Nel campo della fornitura di acqua potabile alle scuole ed alle comunità, la pratica tradizionale di raccolta dell'acqua piovana ha dimostrato di essere una soluzione molto conveniente.

Il 2012 è il 20° anniversario del premio e la Asahi Glass Foundation vuole celebrare questo anniversario con un nuovo percorso mirato ad intensificare i suoi sforzi per aiutare a costruire una società rispettosa dell'ambiente.

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