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Il pianeta blu
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  1. 24/10 13:15 Filippo Foti: Ciao visitatore ;)

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Filippo Foti
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B_NORM    
view post Posted on 25/11/2014, 23:41 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

I passaggi vitali che i leader mondiali devono adottare per proteggere la Terra. Il Fondo Verde per il clima.


lima



Ogni anno, le emissioni di carbonio delle automobili, delle fabbriche e delle centrali elettriche continuano a salire inesorabilmente su tutto il pianeta e conseguentemente saliranno i livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. Pertanto, la prima e più importante decisione che i leader mondiali devono prendere ai colloqui sul clima di Parigi il prossimo anno, è quello di concordare, attraverso un impegno vincolante, che 2°C è il limite superiore, accettabile del riscaldamento globale sulla Terra. Tutte le altre decisioni prese a Parigi seguiranno in conseguenza di tale accordo.

Negli ultimi due secoli, a partire dalla rivoluzione industriale, la Terra ha dovuto sopportare un riscaldamento senza precedenti e, un riscaldamento di due gradi, entro 30 anni, sarebbe l'aumento equivalente a due secoli. Questo causerebbe la diffusione di deserti, aumento di tempeste e vaste inondazioni che potrebbero uccidere milioni di persone nel mondo.

La maggior parte del biossido di carbonio che è stato aggiunto nell'atmosfera è opera delle industrie delle nazioni sviluppate. I paesi in via di sviluppo, che hanno prodotto relativamente poco anidride carbonica, richiederanno con forza al prossimo COP 20 a Lima (Perù) un impegno chiaro da queste nazioni ricche a fornire un sostegno finanziario per aiutarli ad adattarsi ad un pianeta più caldo e per mitigare contro i peggiori effetti del riscaldamento globale.

I colloqui internazionali, che si terranno a Parigi, nel 2015 hanno acceso un dibattito su come si possa salvare la terra da danni irreparabili. L'obiettivo dei colloqui è quello di limitare il riscaldamento globale di due gradi, e Robin McKie, scrittore e giornalista scientifico a The Guardian, ha consigliato dei passaggi vitali che i leader mondiali devono adottare per proteggere la terra.

Pertanto, quanto per guardare all'interno dell'UE, i paesi devono prendere impegni reali per affrontare il cambiamento climatico, fissare dei limiti al consumo e procedere al monitoraggio delle emissioni. “Questo può sembrare ovvio, sostiene McKie, ma ancora oggi molti paesi non sono attrezzati sufficientemente per monitorare il consumo di energia a livello nazionale in modo realistico e comprendere il dettaglio per l’utilizzo”. Egli suggerisce che una commissione indipendente è l'unico modo per farlo, ovvero un gruppo il cui compito sarebbe quello di monitorare le emissioni delle nazioni per verificare se stanno mantenendo i loro impegni.

Per ...

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Comments: 0 | Views: 56Last Post by: Filippo Foti (25/11/2014, 23:41)
 

B_NORM    
view post Posted on 11/9/2014, 23:11 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

In alto, sopra la Terra, a più di 20 miglia sopra il livello del mare,
uno strato diafano di ozono circonda il nostro pianeta assorbendo i raggi UV energetici dal sole.



Si tratta, in sostanza, la protezione solare per il pianeta Terra. Senza lo strato di ozono, saremmo immersi in radiazioni pericolose su base giornaliera, con effetti collaterali che vanno dalla cataratta al cancro.

Il buco nello strato di ozono funge da filtro per le radiazioni ultraviolette e causa una parziale inibizione della fotosintesi delle piante, con conseguente rischio di abbassamento delle capacità di alimentarsi da parte di tutto l'ecosistema, compresa diminuzione dei raccolti, e la distruzione di frazioni importanti del fitoplancton che è alla base della catena alimentare marina.

Il video è stato messo in rete proprio ieri, val la pena vederlo. Sotto la traduzione del contributo sonoro.
Vi ricordate il buco nello strato di ozono? Quello causato dai refrigeranti utilizzati nei condizionatori d'aria e bombolette aerosol a spruzzo? Già, non è mai veramente andato via. Ogni inverno nel freddo antartico, il buco dell'ozono è ricomparso, consentendo una maggiore quantità di raggi ultravioletti del sole di raggiungere la superficie terrestre. In alcuni anni, come nel 2011, un buco significativo si è aperto anche fino sopra l'Artico. Le concentrazioni di ozono totale mai registrate si sono avute durante il picco del più grande buco dell'ozono, nel 2006. Ma alla fine - dopo anni di riduzione delle emissioni di sostanze che distruggono l'ozono note come clorofluorocarburi (CFC) e gli halon, i più aggressivi per lo strato di ozono - gli scienziati stanno rilevando segnali di ripresa nella stratosfera.

Uno studio delle Nazioni Unite, pubblicato ieri mercoledì 10 settembre su numerose testate giornalistiche, dimostra che il primo segno di ripresa dopo anni di crescita pericolosa.

Si attribuisce molto merito al divieto imposto nel 1987 con il protocollo di Montreal, seguito da un divieto totale nel 2010, che ha vietato i clorofluorocarburi (CFC) e gli halon, una volta ampiamente utilizzati, ad esempio, nei frigoriferi, condizionatori d'aria e bombolette spray, e che impediranno, secondo “United Nations Environment Programme” (UNEP), 2 milioni di casi di cancro alla pelle ogni anno entro il 2030. L'accordo avrebbe aiutato anche scongiurare danni alla fauna selvatica, agricoltura, agli occhi ed al sistema immunitario.

Il buco dell'ozono che appare sull'Antartide ha anche smesso di crescere ogni anno, anche se dov...

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Comments: 0 | Views: 53Last Post by: Filippo Foti (11/9/2014, 23:11)
 

B_NORM    
view post Posted on 6/5/2014, 13:57 by: Filippo Foti     +1   -1Reply
"Global Witness”: 2002 - 2013 assassinati 908 ambientalisti nel mondo!

Riconoscere e proteggere i difensori dell’ambiente è un diritto/dovere che Madre Natura non chiede, pur se ne ha grande necessità! I bioindicatori dello stato di salute del pianeta.


Chico Mendes


La “Natura” non si lamenta mai, e come potrebbe farlo, nemmeno gli animali lo fanno anche se soffrono in quanto sensienti, ma l’uomo è certamente molto bravo a farlo. L’uomo, il grande artefice della distruzione della Natura, ha anche il coraggio di lamentarsi, quando sta male, a causa dei maltrattamenti diretti o indiretti alla propria persona.

I sintomi del malessere dell’uomo si manifestano in svariati modi e forme e quando è malato ricorre ai medici e poi ai farmaci. Ma cosa sono i farmaci se non l’aiuto che, grazie ad uomini illuminati, proviene dalla Natura che ancora riesce a dispensare benessere all’uomo?

Ma anche la Natura, che trova la sua espressione nel pianeta, spesso con i cosiddetti “eventi estremi” sempre provocati dall’uomo, ovvero per mezzo delle sue creature, ci fornisce indicazioni sul suo stato di salute. E lo fa con i “bioindicatori” e cioè con flora e fauna che reagiscono in certi modi nei tre ambienti vitali dell’uomo: aria, acque e terreno.


I bioindicatori

Ad esempio le lontre dei fiumi, i licheni sugli alberi ed i coralli negli oceani non sono solo belli da vedere, ma ci forniscono qualcosa di importante per l'ambiente che li circonda.
Il ritorno della lontra presso un fiume può essere un indice che l'acqua è ritornata ad essere più pulita, i licheni sugli alberi rappresentano un indice di inquinamento ambientale estremamente basso e sono visibili soprattutto quando l'aria è limpida e priva di inquinamento, considerando che Il loro metabolismo dipende essenzialmente dalle condizioni atmosferiche e non eliminando le parti intossicate forniscono preziosi elementi di studio.

I coralli che muoiono possono essere un segno del riscaldamento degli oceani. Le raganelle cubane (Osteopilus septentrionalis), si pensa che siano in pericolo di estinzione proprio a causa del cambiamento climatico.

Anche le lumache, sono degli ottimi indicatori biologici. Strisciando sul terreno accumulano nel proprio corpo metalli pesanti e contaminanti chimici, ma sono anche in grado di fornire indicazioni dei danni dell’inquinamento a carico delle loro cellule che vengono rilevat...

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Comments: 0 | Views: 73Last Post by: Filippo Foti (6/5/2014, 13:57)
 

B_NORM    
view post Posted on 15/4/2014, 14:16 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

The Limits to Growth, trenta traduzioni, nel 1972 furono vendute 12 milioni. Il più grande successo editoriale della letteratura sull'ambiente.


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Il 13/4/2014, abbiamo pubblicato un post dal titolo: IPCC - Cambiamenti climatici 2014: è buio nero, più nero del nero! . Una lettura di questo post potrà essere utile per comprendere come ancora, malgrado tutti gli insulti che riceve, la Terra che è un pianeta ovviamente non illimitato, come spesso si pensa…, con risorse limitate, può essere salvata.

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Ma non sarà la Terra, come impropriamente si sente dire, ma è l’umanità che rischia di scomparire e con essa tutti gli esseri viventi. Ne ha passate di ere catastrofiche questo nostro pianeta, ma ha saputo sempre reagire. Resisterà a questa nuova era che molti chiamano “Antropocene”? Questo termine, coniato dal premio Nobel Paul Crutzen, è la rappresentazione dell’epoca attuale in cui le attività antropiche stanno pesantemente modificando gli equilibri della biosfera.

I cambiamenti climatici stanno oscurando i convincimenti dei grandi della terra come se la crescita sia infinita.

RBa91dB

Paul Crutzen


Roy Scranton, in un suo articolo: “Learning How to Die in the Anthropocene” ovvero “Imparare a morire nell’Antropocene”, lancia questo monito: “Se continueremo a pensare che domani sarà come ieri, marceremo ciecamente verso il disastro”.
Ed il 10 novembre 2013, scrive su Nytimes.com: “Now, when I look into our future — into the Anthropocene — I see water rising up to wash out lower Manhattan. I see food riots, hurricanes, and climate refugees. I see 82nd Airborne soldiers shooting looters. I see grid failure, wrecked harbors, Fukushima waste, and plagues. I see Baghdad. I see the Rockaways. I see a strange, precarious world …” ovvero : “Quando guardo al nostro futuro - nell’ Antropocene - vedo il mare che si alza per inondare Manhattan. Vedo rivolte per il cibo, uragani e profughi climatici. Vedo l’esercito che spara ai saccheggiatori. Vedo blackouts, porti rovinati, scorie nucleari di Fukushima e piaghe. Vedo Baghdad. Vedo le Rockaways. Vedo un mondo strano e precario …”

E continua così: “La psiche umana si ribella naturalmente all’idea della sua fine. Allo stesso modo, le civiltà hanno marciato ciecamente verso il disastro, perché gli esseri umani sono port...

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Comments: 0 | Views: 76Last Post by: Filippo Foti (15/4/2014, 14:16)
 

B_NORM    
view post Posted on 28/3/2014, 22:12 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

L'Ora della Terra, la più grande mobilitazione contro i cambiamenti climatici, torna il 29 Marzo 2014, mentre il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico, si prepara a lanciare la sua ultima relazione a Yokohama in Giappone.



E' giunto alla sua ottava edizione, l'evento di partecipazione di massa in tutto il pianeta per mostrare il sostegno per le questioni ambientali. E proprio in questi giorni, Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico, si prepara a lanciare la sua ultima relazione a Yokohama in Giappone, sottolineando come il riscaldamento globale influenzerà gli esseri viventi, la fauna selvatica, le scorte di cibo, l'acqua e il tempo e naturalmente l'uomo.

Gli esperti si stanno, al momento, confrontando sui dati contenuti nel report redatto dal gruppo di lavoro che valuta quanto sono vulnerabili al cambiamento climatico tutti i fattori che ruotano attorno all'uomo, valutando le possibili soluzioni per l’adattamento.

Il documento, che sarà pubblicato ufficialmente il 31 marzo, analizzerà, come si è accennato, differenti settori, tra cui le risorse idriche, gli ecosistemi, cibo e foreste, sistemi costieri, industria, salute umana su tutto il pianeta. In questo modo svelerà quali sono le relazioni che al momento intercorrono tra la vulnerabilità, l’adattamento e lo sviluppo sostenibile.


"Earth Hour" è la grande mobilitazione globale del WWF che, partendo dal gesto simbolico di spegnere le luci per un’ora, coinvolge cittadini, istituzioni e imprese in azioni concrete per dare al mondo un futuro sostenibile e vincere la sfida del cambiamento climatico.

Dalla prima edizione del 2007, che ha coinvolto la sola città di Sidney, il grande buio si è rapidamente propagato in ogni angolo del Pianeta. Dall'Amazzonia all'Artico, dall'Africa alle isole del Pacifico, lo spegnimento delle luci incomincerà nella mattinata di sabato nelle isole Samoa, alle 20.30 ore locali, circa le 8.30 del mattino in Italia, e finirà a Tahiti. Farà il giro del globo percorrendo diverse città italiane. Strade e monumenti simbolo come il Colosseo, Piazza Navona, il Cristo Redentore di Rio, la Torre Eiffel, il Ponte sul Bosforo in Turchia e tanti altri luoghi famosi, per manifestare insieme contro i cambiamenti climatici. L'ultimo anno vi hanno preso parte oltre due miliardi di persone in 7.000 città e 154 Paesi del mondo.

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Comments: 0 | Views: 68Last Post by: Filippo Foti (28/3/2014, 22:12)
 

B_NORM    
view post Posted on 25/2/2014, 20:11 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Secondo un nuovo studio condotto dalla “Lawrence Livermore National Laboratory” (LLNL), le eruzioni vulcaniche contribuiscono a mettere in “stand-by ” il riscaldamento globale.



Il Merapi, considerato uno dei più pericolosi vulcani del mondo, sull'isola centrale di Java.



Da qualche anno i ricercatori della NASA, sostengono che da sedici anni, il riscaldamento globale sembra che abbia subito una pausa. Ma si tratta solo di una pausa, ovvero si è fermato definitivamente. Gli scienziati non riescono a spiegare il fenomeno e avanzano diverse ipotesi.

Secondo un nuovo studio condotto dalla “Lawrence Livermore National Laboratory” (LLNL), le eruzioni vulcaniche nella prima parte del 21° secolo hanno raffreddato il pianeta. Questo raffreddamento, compensato in parte dal riscaldamento prodotto dai gas serra in parte il riscaldamento prodotto dai gas serra.

Nonostante i continui aumenti nei livelli atmosferici di gas serra, e del contenuto totale di calore degli oceani, le temperature medie globali sulla superficie del pianeta e nella troposfera (la parte più bassa dell'atmosfera terrestre), dal 1998 hanno mostrato un relativo riscaldamento. Questo rallentamento sta ricevendo una notevole attenzione scientifica, politica e popolare.

Il contributo dei vulcani si sta dimostrando talmente decisivo a detto rallentamento, che trova ampio risalto nell'edizione del 23 febbraio della rivista Nature Geoscience.

Le eruzioni vulcaniche normalmente iniettano anidride solforosa nell'atmosfera, ma se le eruzioni sono abbastanza grandi da aggiungere biossido di zolfo nella stratosfera (lo strato atmosferico sopra della troposfera), le forme di gas composte da minuscole goccioline di acido solforico, noto anche come "aerosol vulcanico", riflettono una parte della luce solare in entrata verso lo spazio, raffreddando la superficie terrestre e la bassa atmosfera.

"Negli ultimi dieci anni, la quantità di aerosol di origine vulcanica nella stratosfera è aumentata al punto che più luce solare viene riflessa indietro nello spazio", ha dichiarato lo scienziato del clima Benjamin Santer della “Lawrence Livermore, che serve come l'autore principale dello studio. "Questo ha creato un raffreddamento naturale del pianeta e ha in parte compensato l'aumento della superficie e le temperature atmosferiche a causa dell'influenza umana".


Benjamin...

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Comments: 0 | Views: 48Last Post by: Filippo Foti (25/2/2014, 20:11)
 

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view post Posted on 15/12/2013, 11:16 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

La resilienza della terra passa dall’uomo che deve imparare a comprendere le leggi naturali dei sistemi viventi
in modo che lavori con la natura piuttosto che contro di lei.




Prima di descrivere il concetto di resilienza e dell’importanza che questo termine assume nel contesto scientifico - ecologico, accenniamo alla nostra “madre” terra.

La più ricca varietà di vita della terra si trova nelle foreste tropicali dove oggi, malgrado i continui insulti che il pianeta riceve, ci sono più specie di piante e animali viventi che in qualsiasi altro periodo della storia del nostro pianeta. La vita su quello che alcuni chiamano, a giusta ragione, pianeta vivente, si è sviluppata durante i miliardi di anni della sua esistenza e, secondo le scoperte di biologi e geologi, è stata la terra stessa a favorire il moltiplicarsi di forme diverse di vita.



Pianeta vivente: Ernst Jünger ed il paradigma primordiale della Terra.

Ernst Jünger, filosofo ed uno dei massimi scrittori e pensatori tedeschi del Novecento, premio Goethe nel 1980, dal suo punto di vista osserva la storia del genere umano considerando l’umanità come una fioritura della crosta terrestre. Per Jünger la Terra è dunque il grembo che da vita all’uomo, il basamento da cui ricava le energie necessarie per potere vivere e sopravvivere anche alle calamità naturali.

James Ephraim Lovelock è un chimico britannico nato a Letchworth, 50 chilometri a nord di Londra, il 26 luglio 1919. È uno scienziato indipendente, scrittore e ricercatore ambientalista che vive in Cornovaglia, nel sud ovest dell'Inghilterra. Uno dei suoi maggiori meriti scientifici è la teoria di Gaia che descrive il pianeta Terra, con tutte le sue funzioni, come un unico super organismo.


Nasce così l’ipotesi Gaia, che su basi prettamente scientifiche, prende in considerazione il fatto che la Terra sia un organismo vivente che si autoregola.

Pensate, Lovelock si rese conto di qualcosa che potrebbe apparire ovvia ma che poi non lo è ovvero che tutti gli organismi viventi liberano prodotti di scarto ed assorbono energia. La vita, dunque, su qualunque pianeta avrebbe usato gli oceani e l’atmosfera come mezzi per estrarre materie pri...

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Comments: 0 | Views: 88Last Post by: Filippo Foti (15/12/2013, 11:16)
 

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view post Posted on 25/11/2013, 11:56 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Il vertice dei negoziati sul clima che si è tenuto a Varsavia rasenta il cinismo.



Il saccheggio del ministro dell'ambiente polacco Marcin Korolec - che ha presieduto i colloqui - ha mostrato una mancanza di rispetto per l'incontro e le questioni in gioco.

All'inizio del congresso di Varsavia, il tifone Haiyan ed i suoi effetti devastanti sulle Filippine sarebbe dovuto essere un bel avvertimento su ciò che il pianeta potrebbe essere di fronte se non siamo in grado di mettere un freno ai cambiamenti climatici. L'ultimo rapporto IPCC fornisce impressionante la prova della necessità di un'azione rapida ed efficace. In caso contrario, il mondo dovrà fare i conti con gli eventi più frequenti e gravi estreme condizioni climatiche, dei mari, inondazioni e siccità.

La Banca Mondiale e le Nazioni Unite hanno fissato i campanelli d'allarme. Dobbiamo ridurre le emissioni di almeno l’80 per cento entro il 2050 per mantenere l'aumento della temperatura globale al limite dei due gradi centigradi. L'Agenzia internazionale per l'energia dice che questo assunto significherebbe lasciare che rimangano nel terreno l'80 per cento dei nostri combustibili fossili.

Marcin Korolec


La conferenza in Polonia, si stava dirigendo però in un'altra direzione fin dall'inizio. Fornitori di combustibili fossili e grandi consumatori di energia come le industrie siderurgiche e auto stavano sponsorizzando l'evento. Il paese ospitante, la Polonia, è ed intende rimanere alimentata dal carbone.

Finora Varsavia ha bloccato obiettivi per le emissioni più ambiziose nella UE ed il fatto che il vertice dei negoziati sul clima si sia tenuto a Varsavia rasenta il cinismo. Il saccheggio del ministro dell'ambiente polacco - che ha presieduto i colloqui - ha mostrato una mancanza di rispetto per l'incontro e le questioni in gioco.

Ma il fallimento della conferenza non è stato solo colpa della Polonia. Le emissioni di CO2 continuano ad aumentare a livello globale, ed i delegati non hanno dimostrato di avere molto nel loro bagaglio per fare qualcosa al riguardo. Hanno portato pochi contributi in termini di impegno di riduzione delle emissioni o per la creazione di un meccanismo di compensazione vincolante e ben finanziato per i paesi in via di sviluppo. I paesi più poveri, che stanno già lottando per far fronte a modelli climatici imprevedibili , siccità e inondazioni, sono tornati ancora una...

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Comments: 0 | Views: 41Last Post by: Filippo Foti (25/11/2013, 11:56)
 

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view post Posted on 10/6/2013, 13:08 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

L’impatto dei cambiamenti climatici sulle caratteristiche termiche dei laghi alpini.

Gli aumenti di temperatura a causa dei cambiamenti climatici si riflettono anche nelle acque dei laghi dove le temperature sono pure in aumento. Un nuovo studio, del Dott. Martin Dokulil, ricercatore in pensione dell'Istituto di Limnologia dell'Università di Innsbruck in Austria, fa le previsioni delle temperature delle acque superficiali dei grandi laghi austriaci per il 2050 e discute l'impatto sulla conformazione dei laghi e della qualità delle acque. La ricerca è pubblicata online sul giornale di Springer Hydrobiologia.

dott. Martin Dokulil


L’Austria ha una moltitudine di laghi molto diversi per tipologia, dimensioni, altitudine e posizione geografica. La maggior parte di questi laghi sono ecosistemi importanti e sono sensibili ai cambiamenti ambientali. Le temperatura dell'acqua in superficie è direttamente influenzata dai cambiamenti climatici ed è un aspetto essenziale per la ricezione e ricreazione dei turisti sui laghi, in particolare durante la stagione estiva.


Le Alpi hanno vissuto un eccezionale incremento di temperatura tra il 1901 e il 2000, di circa 2°C, il doppio della media del riscaldamento globale. Dokulil si è preso la briga di analizzare i record dei dati a lungo termine della temperatura dell'aria e la temperatura dell'acqua di superficie, risalenti alla metà degli anni ‘60 dagli annali austriaci. I nove grandi laghi studiati, in Austria o confinanti, erano situati in diverse zone climatiche. Da questi dati, Dokulil è stato in grado di proiettare le tendenze di temperatura per le acque superficiali dei laghi e di prevedere le temperature per il 2050.


Il suo lavoro suggerisce che le temperature delle superfici dei laghi austriaci nel 2050 sono suscettibili di aumento fino al 3°C in stretto rapporto delle regioni interessate e come diretta conseguenza del cambiamento climatico.


Il dr. Dokulil conclude:. "I ca...

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Comments: 0 | Views: 53Last Post by: Filippo Foti (10/6/2013, 13:08)
 

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view post Posted on 8/12/2012, 11:52 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Giornata conclusiva dei negoziati sul clima delle Nazioni Unite a Doha (Qatar).



Oggi è ufficialmente l'ultimo giorno dei colloqui sul clima delle Nazioni Unite in Qatar, dove circa 200 paesi hanno discusso nelle ultime due settimane per concordare i passi successivi di un trattato sul clima futuro da perfezionare entro il 2015.

Tuttavia, nella tradizione degli ultimi anni di colloqui, solamente forse nella giornata di oggi, intorno a mezzogiorno, si saprà qualcosa e le notizie che giungono in redazione non sono delle più confortanti...

Ma vediamo quali sono le quattro aree principali che i funzionari dei paesi partecipanti stanno cercando di concordare:

- Una continuazione del protocollo di Kyoto, l'unico trattato esistente giuridico internazionale per ridurre le emissioni, da parte dell'UE, la Norvegia, la Svezia, la Svizzera e l'Australia;

- La fine del "doppio binario" ovvero il processo negoziale dei colloqui che sono stati utilizzati nel corso di diversi anni - "Il gruppo di lavoro comune a lungo termine" ed il "gruppo del protocollo di Kyoto";

- I principi intorno a finanziamenti per il clima per vedere denaro trasferito dai paesi ricchi ai poveri, anche se i numeri specifici non sono previsti;

- Una tabella di marcia per un trattato sul clima legale per fare in modo che tutti i paesi abbattano le emissioni, da concordare entro il 2015 e fare entrare in vigore entro il 2020.

Intanto le ultime notizie che pervengono considerano debole il progetto di accordo per un secondo atto del Protocollo di Kyoto, come sembra sia stato discusso ieri.

I paesi poveri, i più colpiti dagli effetti del cambiamento climatico, la mancanza di responsabilità storica all'aumento del riscaldamento globale, che si manifesta con maggiore gravità attraverso gli eventi estremi, non lascia presagire a nulla di buono per il prosieguo della vita sul pianeta.

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