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Il pianeta blu
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  1. 24/10 13:15 Filippo Foti: Ciao visitatore ;)

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Filippo Foti
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B_NORM    
view post Posted on 11/12/2015, 23:00 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Mentre i leader mondiali sono impegnati con i colloqui sul clima a Parigi, la ricerca scientifica mostra che se non saranno fatti sforzi significativi per contrastare il cambiamento climatico, le temperature della superficie terrestre potrebbero aumentare in media di quasi 8°C entro il 2100.



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Un tale aumento avrebbe un impatto devastante sulla vita sulla Terra, e potrebbe mettere miliardi di persone a rischio di temperature estreme, inondazioni, siccità regionali, e carenza di cibo.

Lo studio ha calcolato che se il probabile aumento dei livelli atmosferici di gas ad effetto serra continuerà ai ritmi attuali, senza alcuna azione significativa adottata dai paesi di quasi tutto il Pianeta, dal 2100 le temperature terrestri globali potranno aumentare di 7.9° C, rispetto al 1750.

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Una ricerca condotta presso l'Università di Edimburgo ha creato un semplice algoritmo per determinare i fattori chiave che modellano il cambiamento climatico e quindi hanno stimato il loro probabile impatto sulla terra e sul mare. Il metodo è più diretto e semplice di quello utilizzato dall'IPCC, che utilizza un sofisticato, ma meno evidente, modello di computer.

Lo studio è stato basato sulle temperature storiche e dati sulle emissioni, ed è rappresentato dagli effetti dell'inquinamento atmosferico nel riflettere la luce solare indietro nello spazio ( qualcosa come il 30%), ed il tempo di risposta lenta del mare.

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La luce del sole che colpisce la Terra è influenzata da diversi fattori:

1) Latitudine e longitudine: la luce del sole colpisce la Terra in molti angoli;
2) Stagioni: l'inclinazione della Terra;
3)L’ora del giorno.

Il 51% della radiazione solare che colpisce la terra e l'atmosfera è assorbito sulla superficie, il 19% è assorbita dall’atmosfera ed il 30% appunto è riflessa nello spazio.

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Il professor Roy Thompson, dell'Università di Geoscienze di Edimburgo, esperto nella interpretazione dei cicli stagionali della CO2 (anidride carbonica o biossido di carbonio), che ha condotto lo studio, ha detto: "Le stime variano nel corso degli impatti dei cambiamenti climatici, ma ciò che è ormai chiaro è che i decisori politici hanno bisogno di prendere fermamente un'azione rapida per ridurre al minimo...

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Comments: 0 | Views: 78Last Post by: Filippo Foti (11/12/2015, 23:00)
 

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view post Posted on 25/11/2014, 23:41 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

I passaggi vitali che i leader mondiali devono adottare per proteggere la Terra. Il Fondo Verde per il clima.


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Ogni anno, le emissioni di carbonio delle automobili, delle fabbriche e delle centrali elettriche continuano a salire inesorabilmente su tutto il pianeta e conseguentemente saliranno i livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. Pertanto, la prima e più importante decisione che i leader mondiali devono prendere ai colloqui sul clima di Parigi il prossimo anno, è quello di concordare, attraverso un impegno vincolante, che 2°C è il limite superiore, accettabile del riscaldamento globale sulla Terra. Tutte le altre decisioni prese a Parigi seguiranno in conseguenza di tale accordo.

Negli ultimi due secoli, a partire dalla rivoluzione industriale, la Terra ha dovuto sopportare un riscaldamento senza precedenti e, un riscaldamento di due gradi, entro 30 anni, sarebbe l'aumento equivalente a due secoli. Questo causerebbe la diffusione di deserti, aumento di tempeste e vaste inondazioni che potrebbero uccidere milioni di persone nel mondo.

La maggior parte del biossido di carbonio che è stato aggiunto nell'atmosfera è opera delle industrie delle nazioni sviluppate. I paesi in via di sviluppo, che hanno prodotto relativamente poco anidride carbonica, richiederanno con forza al prossimo COP 20 a Lima (Perù) un impegno chiaro da queste nazioni ricche a fornire un sostegno finanziario per aiutarli ad adattarsi ad un pianeta più caldo e per mitigare contro i peggiori effetti del riscaldamento globale.

I colloqui internazionali, che si terranno a Parigi, nel 2015 hanno acceso un dibattito su come si possa salvare la terra da danni irreparabili. L'obiettivo dei colloqui è quello di limitare il riscaldamento globale di due gradi, e Robin McKie, scrittore e giornalista scientifico a The Guardian, ha consigliato dei passaggi vitali che i leader mondiali devono adottare per proteggere la terra.

Pertanto, quanto per guardare all'interno dell'UE, i paesi devono prendere impegni reali per affrontare il cambiamento climatico, fissare dei limiti al consumo e procedere al monitoraggio delle emissioni. “Questo può sembrare ovvio, sostiene McKie, ma ancora oggi molti paesi non sono attrezzati sufficientemente per monitorare il consumo di energia a livello nazionale in modo realistico e comprendere il dettaglio per l’utilizzo”. Egli suggerisce che una commissione indipendente è l'unico modo per farlo, ovvero un gruppo il cui compito sarebbe quello di monitorare le emissioni delle nazioni per verificare se stanno mantenendo i loro impegni.

Per ...

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Comments: 0 | Views: 56Last Post by: Filippo Foti (25/11/2014, 23:41)
 

B_NORM    
view post Posted on 11/9/2014, 23:11 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

In alto, sopra la Terra, a più di 20 miglia sopra il livello del mare,
uno strato diafano di ozono circonda il nostro pianeta assorbendo i raggi UV energetici dal sole.



Si tratta, in sostanza, la protezione solare per il pianeta Terra. Senza lo strato di ozono, saremmo immersi in radiazioni pericolose su base giornaliera, con effetti collaterali che vanno dalla cataratta al cancro.

Il buco nello strato di ozono funge da filtro per le radiazioni ultraviolette e causa una parziale inibizione della fotosintesi delle piante, con conseguente rischio di abbassamento delle capacità di alimentarsi da parte di tutto l'ecosistema, compresa diminuzione dei raccolti, e la distruzione di frazioni importanti del fitoplancton che è alla base della catena alimentare marina.

Il video è stato messo in rete proprio ieri, val la pena vederlo. Sotto la traduzione del contributo sonoro.
Vi ricordate il buco nello strato di ozono? Quello causato dai refrigeranti utilizzati nei condizionatori d'aria e bombolette aerosol a spruzzo? Già, non è mai veramente andato via. Ogni inverno nel freddo antartico, il buco dell'ozono è ricomparso, consentendo una maggiore quantità di raggi ultravioletti del sole di raggiungere la superficie terrestre. In alcuni anni, come nel 2011, un buco significativo si è aperto anche fino sopra l'Artico. Le concentrazioni di ozono totale mai registrate si sono avute durante il picco del più grande buco dell'ozono, nel 2006. Ma alla fine - dopo anni di riduzione delle emissioni di sostanze che distruggono l'ozono note come clorofluorocarburi (CFC) e gli halon, i più aggressivi per lo strato di ozono - gli scienziati stanno rilevando segnali di ripresa nella stratosfera.

Uno studio delle Nazioni Unite, pubblicato ieri mercoledì 10 settembre su numerose testate giornalistiche, dimostra che il primo segno di ripresa dopo anni di crescita pericolosa.

Si attribuisce molto merito al divieto imposto nel 1987 con il protocollo di Montreal, seguito da un divieto totale nel 2010, che ha vietato i clorofluorocarburi (CFC) e gli halon, una volta ampiamente utilizzati, ad esempio, nei frigoriferi, condizionatori d'aria e bombolette spray, e che impediranno, secondo “United Nations Environment Programme” (UNEP), 2 milioni di casi di cancro alla pelle ogni anno entro il 2030. L'accordo avrebbe aiutato anche scongiurare danni alla fauna selvatica, agricoltura, agli occhi ed al sistema immunitario.

Il buco dell'ozono che appare sull'Antartide ha anche smesso di crescere ogni anno, anche se dov...

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Comments: 0 | Views: 53Last Post by: Filippo Foti (11/9/2014, 23:11)
 

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view post Posted on 6/5/2014, 13:57 by: Filippo Foti     +1   -1Reply
"Global Witness”: 2002 - 2013 assassinati 908 ambientalisti nel mondo!

Riconoscere e proteggere i difensori dell’ambiente è un diritto/dovere che Madre Natura non chiede, pur se ne ha grande necessità! I bioindicatori dello stato di salute del pianeta.


Chico Mendes


La “Natura” non si lamenta mai, e come potrebbe farlo, nemmeno gli animali lo fanno anche se soffrono in quanto sensienti, ma l’uomo è certamente molto bravo a farlo. L’uomo, il grande artefice della distruzione della Natura, ha anche il coraggio di lamentarsi, quando sta male, a causa dei maltrattamenti diretti o indiretti alla propria persona.

I sintomi del malessere dell’uomo si manifestano in svariati modi e forme e quando è malato ricorre ai medici e poi ai farmaci. Ma cosa sono i farmaci se non l’aiuto che, grazie ad uomini illuminati, proviene dalla Natura che ancora riesce a dispensare benessere all’uomo?

Ma anche la Natura, che trova la sua espressione nel pianeta, spesso con i cosiddetti “eventi estremi” sempre provocati dall’uomo, ovvero per mezzo delle sue creature, ci fornisce indicazioni sul suo stato di salute. E lo fa con i “bioindicatori” e cioè con flora e fauna che reagiscono in certi modi nei tre ambienti vitali dell’uomo: aria, acque e terreno.


I bioindicatori

Ad esempio le lontre dei fiumi, i licheni sugli alberi ed i coralli negli oceani non sono solo belli da vedere, ma ci forniscono qualcosa di importante per l'ambiente che li circonda.
Il ritorno della lontra presso un fiume può essere un indice che l'acqua è ritornata ad essere più pulita, i licheni sugli alberi rappresentano un indice di inquinamento ambientale estremamente basso e sono visibili soprattutto quando l'aria è limpida e priva di inquinamento, considerando che Il loro metabolismo dipende essenzialmente dalle condizioni atmosferiche e non eliminando le parti intossicate forniscono preziosi elementi di studio.

I coralli che muoiono possono essere un segno del riscaldamento degli oceani. Le raganelle cubane (Osteopilus septentrionalis), si pensa che siano in pericolo di estinzione proprio a causa del cambiamento climatico.

Anche le lumache, sono degli ottimi indicatori biologici. Strisciando sul terreno accumulano nel proprio corpo metalli pesanti e contaminanti chimici, ma sono anche in grado di fornire indicazioni dei danni dell’inquinamento a carico delle loro cellule che vengono rilevat...

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Comments: 0 | Views: 73Last Post by: Filippo Foti (6/5/2014, 13:57)
 

B_NORM    
view post Posted on 23/4/2014, 21:16 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Quest'anno l'Earth Day affronta il tema delle ''Green Cities''.
L’Italia negli ultimi due decenni ha perso qualcosa come il 15 % della terra coltivata.



Ieri 22 aprile 2014 è stata la cosiddetta “Giornata della Terra” e delle città verdi in tutto il pianeta. Mentre “Earth day” ogni anno vede impegnati circa un miliardo di persone, tra istituzioni, ambientalisti, naturalisti e gente comune, è doveroso constatare che in Italia, come in altri paesi del mondo, la “Green Economy”, che rappresenta già una realtà, non è sufficiente per un pianeta la cui popolazione cresce vertiginosamente tanto che la scienza si preoccupa di trovare nuovi spazi abitabili in altri pianeti.

La "Green economy" è fondata su dei principi che vede protagonisti i prodotti realizzati con processi attenti all’ambiente ed alle persone, ma che inevitabilmente sono costosi da sostenere e riservati ad una élite di consumatori in pochi paesi del mondo globalizzato.

La “Green Economy”, già superata dalla “Blue Economy”, creata da Gunter Pauli, imprenditore, filosofo e scrittore belga, deve sostenere sfide ambientali per una popolazione mondiale che, dovendo affrontare i cambiamenti climatici, si sposta in città ritenute più sicure per creare comunità sostenibili.


Quest'anno l'Earth Day affronta il tema delle ''Green Cities'' e l’Italia, che negli ultimi due decenni ha perso qualcosa come il 15 % della terra coltivata, ovvero ha ridotto di oltre due milioni di ettari i beni primari che derivano dalla terra a favore della cementificazione e dell'abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato, deve necessariamente cambiare rotta.

Come sottolinea la Coldiretti sul suo sito istituzionale, “ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio ( 288 ettari) con il risultato che in Italia oltre 5 milioni di cittadini si trovano in zone esposte al pericolo di frane ed alluvioni che riguardano ben il 9,8 per cento dell’intero territorio nazionale.

Per proteggere il territorio ed i cittadini, l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile dalla cementificazione nelle città e dall’abbandono nelle aree marginali con un adeguato riconoscimento dell’attività agricola che ha visto chiudere 1,2 milioni di aziende negli ultimi venti anni.

Se nella classe dirigente è mancata fino ad ora la cultura del valore dell'agroalimentare, della salvaguardia del territorio e del cibo che è una del...

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Comments: 0 | Views: 71Last Post by: Filippo Foti (23/4/2014, 21:16)
 

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view post Posted on 15/4/2014, 14:16 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

The Limits to Growth, trenta traduzioni, nel 1972 furono vendute 12 milioni. Il più grande successo editoriale della letteratura sull'ambiente.


SP3Tmve


Il 13/4/2014, abbiamo pubblicato un post dal titolo: IPCC - Cambiamenti climatici 2014: è buio nero, più nero del nero! . Una lettura di questo post potrà essere utile per comprendere come ancora, malgrado tutti gli insulti che riceve, la Terra che è un pianeta ovviamente non illimitato, come spesso si pensa…, con risorse limitate, può essere salvata.

lsIR2XL


Ma non sarà la Terra, come impropriamente si sente dire, ma è l’umanità che rischia di scomparire e con essa tutti gli esseri viventi. Ne ha passate di ere catastrofiche questo nostro pianeta, ma ha saputo sempre reagire. Resisterà a questa nuova era che molti chiamano “Antropocene”? Questo termine, coniato dal premio Nobel Paul Crutzen, è la rappresentazione dell’epoca attuale in cui le attività antropiche stanno pesantemente modificando gli equilibri della biosfera.

I cambiamenti climatici stanno oscurando i convincimenti dei grandi della terra come se la crescita sia infinita.

RBa91dB

Paul Crutzen


Roy Scranton, in un suo articolo: “Learning How to Die in the Anthropocene” ovvero “Imparare a morire nell’Antropocene”, lancia questo monito: “Se continueremo a pensare che domani sarà come ieri, marceremo ciecamente verso il disastro”.
Ed il 10 novembre 2013, scrive su Nytimes.com: “Now, when I look into our future — into the Anthropocene — I see water rising up to wash out lower Manhattan. I see food riots, hurricanes, and climate refugees. I see 82nd Airborne soldiers shooting looters. I see grid failure, wrecked harbors, Fukushima waste, and plagues. I see Baghdad. I see the Rockaways. I see a strange, precarious world …” ovvero : “Quando guardo al nostro futuro - nell’ Antropocene - vedo il mare che si alza per inondare Manhattan. Vedo rivolte per il cibo, uragani e profughi climatici. Vedo l’esercito che spara ai saccheggiatori. Vedo blackouts, porti rovinati, scorie nucleari di Fukushima e piaghe. Vedo Baghdad. Vedo le Rockaways. Vedo un mondo strano e precario …”

E continua così: “La psiche umana si ribella naturalmente all’idea della sua fine. Allo stesso modo, le civiltà hanno marciato ciecamente verso il disastro, perché gli esseri umani sono port...

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B_NORM    
view post Posted on 17/1/2014, 23:18 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Un vulcano che da forti emozioni a volte fatali e il duro lavoro dei minatori del luogo. Un sogno è arrivarci… in una atmosfera surreale capace di evocare immagini e suggestioni fantastiche. Foto mozzafiato da "altro pianeta".


La donna fatale non esiste solo nei film... questa nella foto è anche temeraria!


L'Indonesia è famosa per ospitare alcuni dei vulcani più potenti del mondo. Ma forse il più sorprendente vulcano indonesiano è il Kawah Ijen. Sui bordi del lago, le fumarole depongono 4 tonnellate di zolfo al giorno. Lo zolfo fuso tende ad un colore più scuro all'aumentare della temperatura, con flussi spesso visibili su sfondo giallo. Lo zolfo può anche auto incendiarsi a partire da 248°C e brucia con fiamma blu come si forma anidride solforosa.
Il lago del vulcano contiene alti livelli di acido solforico ed una grande quantità di gas vulcanici disciolti, tanto che l'acqua è estremamente acida con temperatura media di 64°C. Il gas, pieno di acido cloridrico e biossido di zolfo e quindi estremamente velenoso, talvolta si raccoglie in grandi bolle che scoppiano sulla superficie del lago e trasformano il cratere in una trappola mortale.
Il vulcano, pericoloso ed intrigante, è alto 2.799 m con il cratere delle dimensioni di circa 960 x 600 metri, profondità 200 metri, ospita il lago con i più alti livelli di acido solforico del mondo! Questo paesaggio più lunare o marziano che terrestre, a volte dunque può essere fatale!

Si trova esattamente a sud di Java, una isole che compongono lo Stato dell'Indonesia con capitale Giacarta. Kawah Ijen è uno dei numerosi vulcani situati nel raggio di 15 km di Java, e grazie alla sua facile accessibilità, il lago vicino è regolarmente visitato da molti turisti.
L'arcipelago indonesiano contiene 129 vulcani attivi, pari al 13% dei vulcani attivi del mondo. In Java ci sono 21 vulcani attivi e sette laghi vulcanici.

L'ultima eruzione del Kawah Ijen è stata registrata nel 1817. In quella occasione, l'eruzione del cratere ha portato alla inondazione di diversi villaggi lungo il percorso di drenaggio. Le eruzioni freatiche, dette anche ultra-vulcaniane, in riferimento all'eruzione avvenuta sull'isola di Vulcano nel 1888, consistono in una serie di esplosioni durante le quali viene espulso prevalentemente vapore acqueo e pezzi di roccia derivanti dall'apparato vulcanico.
Un'esplosione freatica può formare una colonna di vapore alta vari chilometri e lanciare a distanze di centinaia di metri massi del peso di qualche quintale - sono stati segnalate nel 1796, 1917, 1936, 1950, 1952, 1993, 1994, 1999,...

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Comments: 0 | Views: 660Last Post by: Filippo Foti (17/1/2014, 23:18)
 

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view post Posted on 8/1/2014, 23:29 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Lame Deer :”Continuate a contaminare il vostro letto
e una notte soffocherete nei vostri stessi rifiuti.”



“Da uno sciamano dei Lakota, che aveva osservato come funziona "la civiltà dell'uomo bianco" verso la metà dell'Ottocento: "Soffocherete nei vostri rifiuti. Non si può uscire dalla Ruota della Vita". Quello della Terra dei Fuochi è un terribile caso estremo, ma la civiltà industriale è comunque condannata, se continua a produrre rifiuti.”

Riceviamo l’input dal prof. Guido Dalla Casa per raccontarvi la storia che segue:

L’uomo incomincia a camminare sulla terra.

Forse il destino di questa nostra Madre Terra era scritto fin dagli albori. Da quando ha camminato sulla terra nel corso della sua storia, soggetto al freddo, alla pioggia, al sole, alla paura, al coraggio, almeno 200.000 mila anni fa relativa “all’uomo moderno” e 2,5 -2,6 milioni di anni fa se ci riferiamo alle diverse specie ominidi, l'uomo inizialmente ha utilizzato per spostarsi sul pianeta solo i propri piedi.

A far tempo dall’evoluzione nella preistoria, l’uomo, avendo nella calzatura l’unico scopo di protezione ha incominciato ad usare pelli non conciate e assicurate ai piedi con un sistema di lacci dello stesso materiale.

Orme preistoriche



L’uomo incomincia a calpestare la terra.

Ha incominciato cioè a calpestarla non con un elemento naturale, come i suoi piedi che ben si integravano nella verginità del pianeta, ma pian piano sempre con nuovi prodotti che prima l’accarezzarono, poi la solcavano, fino ad arrivare ai nostri giorni in cui calpestare la terra od insultare, come "piace" a noi scrivere, ormai è diventato un termine dispregiativo.

Calpestare, dal latino tardo antico “calce pistare” (pestare col tallone), significa premere ripetutamente con i piedi, camminando sopra un prato, le aiuole, i fiori del prato. E l’uomo primitivo all’inizio della sua storia faceva solo questo e la natura gli dava generosamente tutti i suoi frutti.


Calpestare nel tempo divenne sinonimo di pestare con forza in segno di rabbia o di spregio, quindi in senso figurato, oltraggiare, disprezzare, trasgredire, violare, senza tenere in alcun conto delle regole, le convenienze, le tradizion...

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Comments: 0 | Views: 234Last Post by: Filippo Foti (8/1/2014, 23:29)
 

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view post Posted on 13/10/2013, 21:25 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

In marcia ieri contro la Monsanto, un evento mondiale in concomitanza con la Giornata Mondiale dell'Alimentazione, è stato organizzato in più di 500 città sparse in 50 paesi in tutto il pianeta.




L'evento è stato finalizzato a diffondere la consapevolezza circa l'impatto negativo del colosso multinazionale, che ha interessi in colture geneticamente modificate, semi e fertilizzanti.
Le proteste, che purtroppo non hanno avuto larga eco su tutti i media, anzi per niente, hanno avuto come scopo diffondere la notizia che le aziende come la Monsanto stanno uccidendo le competenze degli agricoltori costringendoli a dirottare i loro prodotti sulla loro tecnologia. Un attivista ambientale SAGE, durante la partecipazione al programma di protesta ha detto: "Ci rendiamo conto che questa lotta non può mai essere interrotta, perché le aziende agro-chimici come la Monsanto sono inesorabili. Monsanto paga tangenti enorme per i governi di tutto il mondo, minaccia e opprime agricoltori attraverso le sue leggi contrattuali. Oggi, ha conquistato quasi il 30 per cento delle sementi e mezzi di produzione agricoli in tutto il mondo e rappresenta un grave pericolo per l'indipendenza alimentare di tutti i paesi del mondo.”

Anche in Italia, ieri si è svolta una marcia a Vivaro in provincia di Pordenone dove è stato effettuato il primo raccolto legale di mais OGM Mon810. Nessuno ne ha parlato, tranne che Euronews che ci ha consentito di dare questa informazione ed allargare nel web le nostre conoscenze.



Il cibo geneticamente modificato è stato dichiarato senza rischi da numerosi organismi di controllo internazionali, ma l'opinione pubblica è ancora molto diffidente e l'Unione europea è molto cauta nel concedere le approvazioni.
Il primo raccolto di mais OGM Mon810 OGM è stato dunque trebbiato ieri a Vivaro (Pordenone) e Futuragra, un'associazione culturale nata nel 2004 a Pordenone, composta da imprenditori agricoli e supportata da consulenti scientifici, non sappiamo quanto non foraggiata dalla Monsanto, ha invitato tutti gli agricoltori italiani per ribadire ancora una volta alle istituzioni che l'Italia può e deve accedere all'innovazione. Futuragra ha anche diffuso un comunicato avente per oggetto il risultato delle analisi sui campi circostanti evidenziando che non ci sono state contaminazioni alle colture.

Ribadiamo che, tranne una stringata notizia Ansa di qualche giorno fa, non ripresa da nessun giornale ...

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view post Posted on 7/1/2013, 20:13 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Siete a favore della creazione come ci ha insegnato la dottrina cattolica o dell'evoluzione? Scienziati e cattolici possono andare d'accordo?



Anche se la tesi ampiamente condivisa dell'evoluzione è percepita ormai in tutto il mondo, ci sono persone che continuano a conservare le loro idee religiose per spiegare come si è formato l'universo. Come può allora un insegnante di scienze districarsi con gli allievi in un dibattito tra creazionismo ed evoluzionismo e cercare di spiegare l'evoluzione?

Dànilo Mainardi


Dànilo Mainardi, presidente onorario dell'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR): "Sarà pure una caratteristica della specie a cui appartengo, ma non potrò mai credere scavalcando la ragione."
L'uomo da sempre si è posto domande sull'origine del mondo con risposte che ovviamente non avevano alcuna base scientifica. Com'è noto, secondo la narrazione contenuta nella Bibbia, Dio avrebbe creato l’intero universo in soli sei giorni: cominciando la sua opera il 23 ottobre 4004 a.c. (secondo il calcolo, basato sul medesimo testo biblico, che il pastore anglicano James Usher fece nel Seicento).


Franco Battiato in questa canzone apparentemente mixata con frasi scoordinate tra loro, hanno tutte un come comune denominatore: "Cerco un centro di gravità permanente, che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente" ovvero "voglio stabilità, voglio vedere la vita in una sola maniera senza passare di palo in frasca." O.K. Franco, ma ciò non vale per tutto, come ad esempio ragionare come dice Mainardi e magari, come nel caso che stiamo trattando, passare da un credere, da una fede, ad una serie di ragionamenti e prove scientifiche che sono pane quotidiano della scienza.

La parola di Dio è la chiave del passato, del presente e del futuro


Prendete il caso di un insegnate di scienze naturali: poiché l'evoluzione non è una credenza religiosa, l'insegnante deve cercare di lasciare la religione fuori dal dibattito. Anche al cospetto di discenti atei, o...

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