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Il pianeta blu
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  1. 24/10 13:15 Filippo Foti: Ciao visitatore ;)

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Filippo Foti
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B_NORM    
view post Posted on 22/6/2014, 21:51 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Non è che se ne scriva più di tanto sui media della situazione in cui versano le comunità che vivono nel delta del Niger in Nigeria, probabilmente ormai la stampa che conta ha staccato la spina.



Cosa fare su questa sfortunata parte del pianeta che interessa solo ambientalisti ed organizzazioni non governative (ONG) e pochi altri che poco possono fare contro le lobby del petrolio che hanno i mezzi per tacitare sempre tutto.

Ne abbiamo discusso spesso in questo nostro sito, basta digitare “delta del Niger” sul nostro motore di ricerca, per scorrere decine di post dedicati a questo tema.

Torniamo sull’argomento grazie all’input ricevuto dalla lettura di un post della prof.ssa Maria Rita D’orsogna, accennato sul suo profilo di FB, il link del suo blog è dorsogna.blogspot.it. Abbiamo scoperto delle foto che nel post, anche se datato 4 febbraio 2012, insomma un amarcord per tenere vivo questo dramma, ci hanno provocato tanto ma tanto sdegno.

Le nostre considerazioni

L’estrazione di petrolio nel delta del Niger contribuisce in modo significativo alle entrate del governo nigeriano. Eppure, gli abitanti non hanno beneficiato proporzionalmente da queste entrate petrolifere. La regione funziona male rispetto al resto del paese su indicatori sociali come l'educazione, la salute e la qualità ambientale. Inoltre, le fuoriuscite di petrolio dalle condutture deteriorate, l'estrazione illegale ed il sabotaggio hanno contribuito al degrado ambientale, che ha esacerbato la già bassa produttività agricola della regione.

Le fuoriuscite spesso distruggono terreni e corsi d'acqua importanti per il sostentamento delle comunità agricole locali, aggravando un già elevato tasso di disoccupazione tra i giovani ed aumentando il rischio di disordini civili. Nel tentativo di affrontare queste sfide nella regione, sono state attuate molte strategie da parte delle istituzioni locali sollecitate dalla popolazione, per lo sviluppo socio-economico; tuttavia, il conflitto in corso ed il supporto incoerente hanno ostacolato questi sforzi, lasciando molti di questi progetti incompleti o abbandonati.

Le ultime notizie ci riferiscono del territorio Akassa Clan, che si trova nello stato di Bayelsa nel delta del Niger, una delle comunità più colpite da queste sfide. Il territorio è composto da 19 villaggi e 121 piccoli insediamenti diffusi ampiamente in tutte le foreste, le zone umide ed altre zone isolate. La prevalenza di insediamenti sparsi e remoti rende difficile fornire servizi sociali e promuovere lo sviluppo umano sostenibile nella regione.

Tra...

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ambiente,
petrolio
Comments: 0 | Views: 94Last Post by: Filippo Foti (22/6/2014, 21:51)
 

B_NORM    
view post Posted on 3/5/2012, 10:26 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Il fracking e la salute delle donne.




Thursday, May 3, 2012 :
Sara Jerving e' una giornalista che scrive per il Center for Media and Democracy. Ha scritto un report giornalistico sugli effetti del fracking sulla salute delle donne. Interessantissimo, ma non dissimile dai soliti effetti delle trivellazioni sulla salute delle donne: aborti, problemi ai sistemi riproduttivi e danni ai feti, nonche' tumori al seno, alla cervice, al colon, alle ghiandole endocrine, alla laringe, alle ovaie, al retto, all'utero.

Il reportage si chiama "The fracking frenzy's impact on women" - "L'impatto sulle donne nella corsa al fracking".

La prima sezione si intitola "Toxins in fracking process linked to breast cancer", "Le tossine nel processo di fracking sono collegate ai tumori al seno".

Infatti guarda caso, nelle sei contee in Texas dove fanno fracking in maggior misura, ci sono stati aumenti di casi di tumore al seno, mentre sono in calo nel resto dello stato. Il rapporto parla anche di benzene cancerogeno, di materiale radioattivo e di morie di animali.

L'EPA e' the Environmental Protection Agency degli USA - l'equivalente del Ministero dell'Ambiente.

Not only do the chemical cocktail inserted into the ground been shown to contaminate groundwater and drinking water, but fracking fluid also picks up toxins on its trip down to the bedrock and back up again that had previously been safely locked away underground. Chemicals linked to cancer are present in nearly all of the steps of extraction — in the fracking fluids, the release of radioactive and other hazardous materials from the shale, and in transportation and drilling related air pollution and contaminated water disposal.

Non solo le sostanze tossiche iniettate nel sottosuolo contaminano le falde acquifere e l'acqua potabile, ma i fluidi del fracking catturano varie tossine nel loro viaggio verso su e giu' da e verso il sottosuolo che madre natura aveva seppellito in sicurezza. Sostanze chimiche collegate al cancro sono presenti in tutte le fasi dell'estrazione - nei fluidi del fracking, nel rilascio di sostanze radioattive e di altro materiale dallo shale gas, nel trasporto e nelle trivellazioni che inquinano l'aria e nella dismissione di acqua contaminata.

Some reports indicate that more than 25 percent of the chemicals u...

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petrolio
Comments: 0 | Views: 192Last Post by: Filippo Foti (3/5/2012, 10:26)
 

B_NORM    
view post Posted on 27/2/2012, 13:16 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

L'Europa deve sfidare la pressione canadese per evitare di introdurre il petrolio sporco nei propri stati e prodotto dalle sabbie bituminose.




Diversi Nobel per la Pace invitano a mantenere il petrolio prodotto dalle sabbie di catrame al di fuori dell'Europa. Per ora si è deciso di "non decidere" ed il 23 febbraio scorso alcuni rappresentati dei governi europei si sono posti in un atteggiamento di sfida nei confronti delle lobby petrolifere canadesi.

La Commissione europea sembra che abbia annunciato che assegnerà valori più alti di emissione di carbonio per i combustibili prodotti dalle sabbie bituminose ad altre fonti di combustibili fossili, con l'obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra per la produzione di carburante per autotrazione. I paesi con alle spalle grandi compagnie petrolifere, come la Gran Bretagna, Francia e Paesi Bassi, non dovranno cedere alle lobby canadesi che si sono impegnate in iniziative di lobby rumorose per bloccare l'azione della Commissione Europea.

Darek Urbaniak, attivista per i "Friends of the Earth Europe" ha detto: "I governi europei devono sfidare la pressione dal Canada, e dire di no alle sabbie bituminose. Alte fonti inquinanti di combustibili, come le sabbie bituminose, devono essere tenute fuori d'Europa - sono la più sporca fonte di carburanti per i trasporti e minano la capacità dell'Europa di raggiungere le sue ambizioni sul clima ".

Si diceva che la scorsa settimana, otto Nobel per la Pace hanno scritto ai capi di stato europei per chiedere loro di sostenere gli sforzi della Commissione Europea per tenere fuori dall'Europa il petrolio sporco prodotto dalle sabbie bituminose. Questo fa seguito ad una lettera scritta, sembre dagli otto premi Nobel al presidente Obama, in cui hanno chiesto di respingere la proposta per la costruzione del gasdotto Keystone XL - portando olio dalle sabbie bituminose canadesi negli Stati Uniti. Ed Obama, che già era di per se favorevole, ha respinto la pipeline Keystone XL proposta il mese scorso.

tramonto sporco di bitume!


Juliette Renaud, attivista degli Amici della Terra in Francia ha detto: "Ci auguriamo che i nostri governi seguano i passi di Obama e che abbiano il coraggio di dire di no alle sabbie bituminose. Se la Francia al prossimo consiglio europeo non saprà dire di no, sarà un chiaro segno che preferirà favorire gli interessi delle imprese petrolifere rispetto a quelli delle persone e del pianeta".

La pericolosa dipendenz...

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petrolio
Comments: 0 | Views: 68Last Post by: Filippo Foti (27/2/2012, 13:16)
 

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