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Il pianeta blu
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  1. 24/10 13:15 Filippo Foti: Ciao visitatore ;)

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Filippo Foti
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B_NORM  
view post Posted on 22/2/2014, 12:01 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Il Mar Morto, da diversi anni, è al centro non solo di “attenzioni internazionali” ma rimane soprattutto una fonte importante di richiamo turistico antico e salutare.



Il piano trilaterale che Israele, la Giordania e l'Autorità palestinese hanno concordato e, con un protocollo d'intesa, firmato il 9 dicembre 2013 a Washington allo scopo di realizzare una conduttura per portare acqua dal Mar Rosso al Mar Morto, non è di facile realizzazione.

E' il caso di dire: "...tra il dire ed il fare.. c'è di mezzo il mare, si il Mar Morto..!

Troppi sono gli interessi che ruotano attorno a questa faccenda, legata non solo a salvare questo mare, ma anche e soprattutto al fatto che in quelle regioni, esiste il problema acqua che oggi sembra che abbia più valore del nero petrolio. Infatti in quelle regioni, c’è chi ne ha molta, chi poca e chi non ne ha per nulla.


Comunque, questo piano trilaterale, sostenuto dalla Banca Mondiale, è stato oggetto di apprezzamento da parte di molti media in tutto il mondo, e si è fiduciosi che verosimilmente potrà "salvare" il Mar Morto e dimostrare che la pace in quegli stati è possibile, anche se non facile, grazie alla cooperazione nel gestire le risorse naturali.

Il Mar Morto, letteralmente "mare del sale", è, più che mare, un lago posto tra Israele, la Cisgiordania e la Giordania. Chiamato anticamente Asfaltide, secondo la tradizione biblica, vi sorgevano Sodoma e Gomorra. e si trova nella depressione più profonda della Terra.


Anche se la composizione dell'acqua, in particolare della salinità, non è un criterio per definire un lago o un mare interno, questo lago salato leggendario, rischia di scomparire in quanto si sta riducendo ad un ritmo allarmante di circa un metro all'anno, con una perdita di circa 800 milioni di metri cubi di acqua. Dieci anni fa, il Mar Morto era di 11 metri più alto rispetto a oggi.

Questo “mare”, è largo 16 km e lungo 76 km, e con una superficie di 1.000 kmq, è talmente salato che consente la vita solo ad alcuni tipi di batteri microscopici, infatti la vita non è possibile né ai i pesci, né alle alghe.


Il piano prevede la ...

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Comments: 0 | Views: 123Last Post by: Filippo Foti (22/2/2014, 12:01)
 

B_NORM    
view post Posted on 25/10/2013, 07:33 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

In Perù uccidere i delfini è illegale, un reato considerato un crimine contro l’ambiente. Ogni anno però da 7.500 a 15.000 delfini muoiono massacrati dalle mani dei pescatori.



I pescatori usano la loro carne e grasso come esca per la cattura di squali.
Taiji in Giappone, Norvegia, Islanda e tanti delfinari, veri lager per i nostri amici delfini, quanto per citare alcuni paesi che praticano questa “pesca” fanno a gara per massacrarli.

Ancora una notizia raccapricciante, dopo quanto già si sente che avviene da tante parti del mondo sulla atroce sorte di queste creature belle ed intelligenti.

La notizie della denuncia questa volta ci giunge dalla Ong (Organizzazione non governativa) peruviana “Mundo Azul” che di questo argomento ne ha fatto uno studio. Mundo Azul sta per “Mondo Blu” e si occupa della salvaguardia degli animali ed è una istituzione che lavora in Perù da più di 10 anni contro il commercio illegale di carne di delfino per consumo umano.

Riportato dall’agenzia di notizie statale Andina, nel paese esistono più di 545 imbarcazioni attrezzate per questo tipo di pesca illegale e che escono in mare come minimo sei volte l’anno, uccidendo in ogni uscita tra i due e i sei delfini.

Hardy Jones


Secondo il direttore di questa organizzazione, Stefan Austermühle, si stima che nella costa peruviana esistono più di 545 vasi artigianali appositamente attrezzate per questa caccia, lasciando almeno 6 volte l'anno e uccide tra 2-6 delfini su ogni uscita.
Gruppi di conservazione marina di tutto il mondo stanno esprimendo shock ed indignazione a seguito di segnalazioni e video che documentano l'uccisione di migliaia di delfini.

"I rappresentanti di Stati Uniti, Gran Bretagna, Hong Kong, Canada, Australia, Italia, Messico e persino dal Giappone unitamente ad altri paesi hanno firmato una dichiarazione in cui esprimono la loro condanna del massacro brutalmente crudele e spreco di delfini ", ha detto Hardy Jones, direttore esecutivo di BlueVoice.

"Il Perù potrebbe diventare come e peggio del Giappone come si diffonde la conoscenza di questa pratica incredibilmente crudele e con aggiunta lo spreco di uccidere i delfini per essere utilizzati come esca per gli squali", ha continuato Jones, che ha lavorato in Giappone dal 1979 per porre fine lì all'uccisione dei delfini.

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Comments: 0 | Views: 233Last Post by: Filippo Foti (25/10/2013, 07:33)
 

B_NORM    
view post Posted on 9/9/2013, 07:48 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Gli scienziati confermano l'esistenza del più grande vulcano sottomarino del pianeta. Questa scoperta è una importante informazione per i geologi che cercano di capire come funziona l'interno della Terra.



William Sager, professore presso il Dipartimento di Scienze della Terra e atmosferica dell'Università di Houston (UH) ha guidato un team di scienziati alla scoperta del più grande vulcano al momento documentato sulla Terra. Con una superficie più o meno equivalente alle isole britanniche o allo stato del New Mexico, questo vulcano, soprannominato il massiccio Tamu, è grande quasi quanto i vulcani giganti di Marte, reputati tra i più grandi del Sistema Solare.

William Sager, ha iniziato a studiare il vulcano circa 20 anni fa presso la Texas A & M College of Geosciences. La scoperta di Sager ed i risultati del suo gruppo appaiono nel numero dell'8 settembre della rivista mensile multidisciplinare Nature Geoscience.

William Sager a destra nella foto.


Situato a circa 1.000 km a est del Giappone, il massiccio Tamu è una catena montuosa sottomarina formatasi 130-145.000.000 anni fa in seguito all'eruzione di alcuni vulcani sottomarini. Fino ad ora, non era chiaro se Massiccio Tamu fosse un singolo vulcano o un composto di molti punti di eruzione. Integrando diverse fonti di prova, tra cui campioni di carote e dati raccolti a bordo della nave di ricerca JOIDES Resolution, gli autori hanno confermato che la massa di basalto che costituisce il massiccio Tamu ha effettivamente eruttato da una singola fonte vicino al centro.


"Il massiccio Tamu è il più grande vulcano a scudo singolo mai scoperto sulla Terra",ha detto Sager. "Ci possono essere i vulcani più grandi, perché ci sono grandi caratteristiche ignee là fuori, come la Ontong Java Plateau, ma non sappiamo se queste caratteristiche sono un vulcano o complessi di vulcani."

" Il Tamu spicca tra i vulcani sottomarini non solo per le sue dimensioni, ma anche la sua forma. E' basso e largo, il che significa che i flussi di lava eruttati devono aver viaggiato per lunghe distanze rispetto alla maggior parte degli altri vulcani sulla Terra. Il fondo del mare è costellato di migliaia di vulcani sottomarini, o montagne sottomarine...

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Comments: 0 | Views: 279Last Post by: Filippo Foti (9/9/2013, 07:48)
 

B_NORM    
view post Posted on 26/1/2013, 14:57 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

I coralli del Mar Rosso producono pigmenti che servono a proteggersi dalla luce solare.



Mentre gli umani utilizzano lozioni ed oli per proteggersi dagli effetti negativi dell’esposizione al sole, soprattutto per una protezione ottimale contro l’aggressione dai raggi ultravioletti, altri esseri viventi che vivono in fondo al mare ovvero la maggior parte dei coralli, a loro modo si difendono dal sole.

dr. Jörg Wiedenmann


E’ questa la recente scoperta in biologia marina realizzata dal dr. Jörg Wiedenmann nei laboratori del Coral Reef dell'Università di Southampton.

Si è sempre pensato che i bei colori nei coralli fossero una loro peculiarità come lo sono le varie pigmentazioni di tutti gli altri esseri viventi che vivono sul pianeta e che rappresentano una costante del loro DNA. Ed invece non è così!

Mentre è noto che la maggior parte dei coralli hanno bisogno di una certa quantità di luce solare per sopravvivere, in alcuni ecosistemi delle barriere poco profonde, i livelli di luce sono spesso superiore la soglia di quella richiesta dai coralli. Queste intensità di luce spesso possono essere dannose per i coralli che hanno una relazione simbiotica con le alghe, come ad esempio le zooxanthelle che vivono in simbiosi con i coralli costruttori che ne permettono la crescita fornendo alla cellula animale nutrimento e sottraendo l’anidride carbonica che potrebbe danneggiarla.


Il dr. Jörg Wiedenmann ed i suoi collaboratori, hanno scoperto come i coralli Acropora nobilis usano i loro colori come crema solare per proteggersi dai raggi solari dannosi.
Questi coralli hanno sviluppato una “crema solare” contro questi livelli di luce a forma di pigmenti di diverso colore. Nei laboratori del Coral Reef dell'Università di Southampton, i ricercatori hanno creato la prova sperimentale che ha mostrato come le cromoproteine rosa e viola agiscono come filtri solari per le alghe simbiotiche nei coralli, eliminando la luce che può essere dannosa per questi piccoli Celenterati a forma di polipi.

Il dr. Wiedenmann docente di oceanografia biologica dice che questi pigmenti, chiamati cromoproteine schermo, "non solo consentono agli stessi coralli...

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Comments: 0 | Views: 238Last Post by: Filippo Foti (26/1/2013, 14:57)
 

B_NORM    
view post Posted on 19/4/2012, 21:50 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Thursday, April 19, 2012 - Due anni dopo il golfo del Messico -
20 Aprile 2012 -We've fished here all our lives and never seen anything like this.
Sidney Schwartz, 2012 - Deformita' due anni dopo lo scoppio in Louisiana


Dal Blog di Maria Rita D'Orsogna


E così, sono passati già due anni. La BP continua a mandare in televisione pubblicita' progresso in cui affermano che e' tutto apposto, che il mare e' aperto per il business, che siamo tutti felici.


Invece lo sappiamo tutti che le conseguenze di questo disastro le sentiremo a lungo. Qui sopra ho cercato di mettere delle foto indicative di tutto cio' che il petrolio BP ha distrutto: delfini, coralli, pesci, persone, aironi, meduse, pellicani.



Allora erano tutti coperti di nero, oggi continuano a morire per deformazioni genetiche, aborti, e lesioni derivanti dal petrolio. Durera' molto, inutile illudersi. L'area dell'Alaska dove si riverso' il petrolio della Exxon Valedez nel 1989 non e' mai tornata ad essere come era prima.


Dei vari reportage che ho letto e visto in questi giorni, uno dei piu' interessanti, mi pare essere proprio quello di Al Jazeera sui pesci del golfo del Messico e le mutazioni genetiche, causate dal petrolio della BP. Di alcune cose abbiamo gia' parlato in questo blog e le ho messe nella lista accanto - Corexit, killfish, brucellosi, ma qui c'e' un po tutto.


Il Dottor Jim Cowan, che lavora presso il Dipartimento di Oceanografia e di Scienze Costiere della Louisiana dice che oggi nel golfo ci sono pesci e crostacei con difetti terribili: senza occhi, senza zampe, sottosviluppati, con lesioni e buchi al corpo, pieni di petrolio, con gusci fragili e perforati e con tumori e malattie a tassi mai visti prima. Hanno tutti il sistema immunitario indebolito e ci sono molte piu' infezioni batteriche di prima. La biodiverstia' inizia a soffrire.

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Comments: 0 | Views: 326Last Post by: Filippo Foti (19/4/2012, 21:50)
 

B_NORM    
view post Posted on 22/3/2012, 13:33 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Se i paesi del pianeta blu non si daranno nuove regole sulle emissioni di gas serra, i danni agli oceani del mondo raggiungeranno circa 2.000 miliardi dollari entro il 2100.


Un'idea dell'architetto russo Alexander Remizov.
L’arca che può salvarci dai cambiamenti climatici e dagli tsunami!?


L'architetto russo Alexander Remizov ha ideato una super arca galleggiante che può contenere fino a 10.000 persone
La notizia è di ieri e riguarda uno studio della "Stockholm Environment Institute" (SEI). Secondo scienziati di questo Istituto, il costo dei danni agli oceani del mondo dovuto ai cambiamenti climatici, potrebbe raggiungere i 2.000 miliardi dollari (1.500 miliardi di euro) l'anno entro il 2100 se le misure per ridurre le emissioni di gas serra non saranno intensificati.

Lo abbiamo scritto spesso in queste nostre pagine e con forza lo ribadiamo. Lo studio ha evidenziato che senza una azione incisiva per limitare l'aumento delle emissioni di gas serra, la temperatura media globale potrebbe salire di 4 gradi Celsius entro la fine del secolo, causando l'acidificazione degli oceani, l'aumento del livello del mare, l'inquinamento marino, la migrazione delle specie e cicloni tropicali più intensi. Potrebbe anche minacciare le barriere coralline, interrompere la pesca ed impoverire gli stock ittici.

Abbiamo usato il condizionale per non suscitare ilarità in chi non crede in queste cose, ma siamo fermamente convinti che così come procede il mondo globalizzato ci siano le condizioni ed i presupposti perché invece si verifichino tutte le situazioni di cui sopra.

Nello studio, "Valorizzare l'Oceano", gli esperti marini guidati dal "Stockholm Environment Institute" (SEI) hanno analizzato le minacce più gravi che insistono nell'ambiente marino del mondo e sono anche pervenuti a stimare il costo dei danni dal riscaldamento globale.
Hanno trovato che i fertilizzanti ricchi di azoto, ad esempio, metterebbero a nudo le aree oceaniche, causando quello che viene definito ipossia degli oceani zone morte, che sono già presenti in più di 500 località.


Le "dead zone", ovvero aree morte, sono luoghi della Terra in cui l'inquinamento è così elevato da uccidere i pesci o mutarne alcune ...

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Comments: 0 | Views: 55Last Post by: Filippo Foti (22/3/2012, 13:33)
 

B_NORM    
view post Posted on 15/2/2012, 09:42 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Il Mare Nostrum.



Il Mar Mediterraneo è un mare, collegato all'Oceano Atlantico e quasi completamente racchiuso dalla terra: a nord, dall'Anatolia e l'Europa, a sud con dall'Africa ed a est con il Levante. Questo mare è tecnicamente una parte dell'Oceano Atlantico, anche se di solito è identificato come un corpo di acqua completamente a se stante. Il nome Mediterraneo deriva dal latino mediterraneanus, che significa "interno" o "al centro della terra" (da medius, "Medio" e terra, "terra"). Si estende su una superficie approssimativa di 2,5 milioni di km² e si collega con l'Atlantico attraverso lo Stretto di Gibilterra.

Il Mar Mediterraneo ha una profondità media di 1.500 metri (4.920 ft) ed il punto più profondo registrato è di 5.267 metri (circa 3,27 miglia) nel Mar Ionio.

E' stato un percorso importante per i commercianti e viaggiatori dei tempi antichi che ha consentito lo scambio commerciale e culturale tra i popoli emergenti della regione, le culture mesopotamica, egiziana, fenicia, cartaginese, greca, illirica, levantina, romana, araba, slava e turca. La storia della regione mediterranea è fondamentale per comprendere le origini e lo sviluppo di molte società moderne. "Per i tre quarti del globo, il Mediterraneo è il centro della storia del mondo. "
Per saperne di più: http://profumodimare.forumfree.it

Edited by Filippo Foti - 13/3/2012, 22:51

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