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Il pianeta blu
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  1. 24/10 13:15 Filippo Foti: Ciao visitatore ;)

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Filippo Foti
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Amiamo e rispettiamo Madre Natura
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view post Posted on 5/4/2018, 15:00 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

... Aggiungiamo dal titolo del post: "Il piombo negli oceani non si vede, ma è sicuramente pari se non addirittura superiore alla pericolosità della plastica/microplastica".


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Sui fondali del mare alla spiagge il "passo" è breve!



L'argomento delle microplastiche è attualmente sulla bocca di tutti, e quasi tutti hanno sentito parlare di queste particelle, che a malapena si vedono e che sono apparentemente ovunque: nel nostro dentifricio, nel nostro gel doccia, possibilmente nel nostro cibo, ma soprattutto nel nostro ambiente. La preoccupazione per le conseguenze dell'inquinamento sta perseguitando molte persone e negli ultimi anni è emerso un numero impressionante di iniziative volte a ridurre l'impatto delle microplastiche sull'ambiente.

Anche la scienza si occupa sempre più di questo argomento, perché le molte domande aperte richiedono risposte. Ma gli studi attuali sulle microplastiche, non riescono nemmeno a stabilire quanta microplastica c'è nel nostro ambiente, e ancora meno sappiamo come potrebbe influire sugli esseri viventi e, in definitiva, sugli esseri umani. Perché è così? Perché non possiamo ancora rispondere a tante domande? Sarà un prossimo argomento che approfondiremo.

Lo abbiamo scritto qui: https://profumodimare.forumfree.it/?t=75535293 , e penso che sia il caso di ribadirlo su questo blog:

"Per molti decenni il piombo (Pb), a causa delle attività umane, è stato rilasciato continuamente nell'atmosfera, come la combustione di carburante con piombo aggiunto. I ricercatori sono stati in grado di dimostrare che negli ultimi decenni, nei mari europei, a seguito dell'eliminazione graduale della benzina con piombo, si è registrata una sensibile riduzione delle concentrazioni della sostanza tossica. Tuttavia, l'eredità dello storico inquinamento globale è però ancora evidente.

Il piombo è uno dei pochi elementi per i quali l'impatto dell'attività umana sull'ambiente marino è chiaramente evidente. Non ha funzione biologica ed è tossico per gli esseri umani e gli organismi marini. La perturbazione antropogenica risale alla metà del diciannovesimo secolo, con la combustione di carbone e di benzina con piombo che serve come principale fonte di Pb nell'atmosfera. Il Pb antropogenico viene trasportato nell'atmosfera per lunghe distanze e depositato in aree remote, con conseguente aumento delle concentrazioni sulla superficie degli oceani maggiore di 190 pmol kg-1. Così è stato durante il picco del...

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mare,
perturbazione antropogenica
Comments: 0 | Views: 371Last Post by: Filippo Foti (5/4/2018, 15:00)
 

B_NORM    
view post Posted on 28/9/2014, 18:41 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Vale la pena compiere sforzi per realizzare dei comportamenti responsabili per la natura.


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Constantine Alexander


“In Dreams Begin Responsibilities” (Nei sogni cominciano le responsabilità), è stata scritta nel 1914 da William Butler Yeats (1865-1939), poeta e drammaturgo irlandese, premio Nobel per la letteratura 1923. Successivamente è stato adattato con lo stesso titolo nel 1937 da Delmore Schwartz .

Per la sua bellezza, generosità e segreti da scoprire, la natura con le sue risorse abbondanti è stata immortalata per secoli da poeti, musicisti, artisti ed esploratori che l’hanno giustamente stimata, mentre è stata troppo spesso trascurata da altri. Così Constantine Alexander esordisce nel suo blog in un suo post dal titolo: “Universal Principles to Achieve Worthwhile Endeavours”, ovvero, “Vale la pena compiere sforzi per realizzare dei comportamenti responsabili per la natura”.
Constantine Alexander, sia a livello personale che professionale, ha avuto modo di apprezzare e conoscere profondamente molti dei notevoli vantaggi che il nostro mondo naturale conferisce ogni giorno all’umanità. Gli piacerebbe, pertanto, condividere con tutto il mondo alcuni dei modi che possono contribuire alla ripresa ed alla conservazione delle nostre risorse naturali che sostengono ognuno di noi in tutto il mondo, indipendentemente da dove viviamo..

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Alexander è vissuto e lavorato in diversi paesi tra cui Francia, Belgio, Grecia, Polonia, Bielorussia e Stati Uniti , ed una delle sue più belle esperienze è stata una conversione delle risorse, relativamente veloce, e dei comportamenti degli abitanti dell’isola egea di Tilos in Grecia.
Nonostante la lontananza di questa isola che ha come residenti a tempo pieno circa 350 abitanti e più di 25.000 visitatori annuali, i principi che loro hanno adottato sono globalmente applicabili in tanti posti del pianeta.

Alexander, come consulente comunale, si è occupato di migliorare l'economia dell'isola ed invertire la preoccupante tendenza dell’abbandono del loro paese dei giovani in partenza per destinazioni diverse, nella speranza di migliori prospettive di occupazione.

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Clicca l'immagine per fare un tour virtuale dell'isola comandato da te


Non molto tempo fa su questa piccola isola, dota...

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Comments: 0 | Views: 182Last Post by: Filippo Foti (28/9/2014, 18:41)
 

B_NORM    
view post Posted on 7/7/2014, 21:03 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Il nome Drymonema Dalmatinum, è stato dato da Ernst Heckel, il grande naturalista, che l’ha descritta nel 1880. Può raggiungere 1 m di diametro ed è la più grande medusa del Mediterraneo.


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L'agenzia di stampa Ansa pubblica stamane un articolo, ripreso da varie testate giornalistiche, in cui il prof. Ferdinando Boero, ordinario di zoologia e biologo marino dell'Università del Salento e Cnr-Ismar, denuncia il ritorno, dopo quasi un secolo, della Drymonema Dalmatinum, la medusa più grande del Mediterraneo.



L’articolo:

“Il Mare Nostrum, il Mediterraneo, è sempre più loro: le meduse. Che nascono nel blu profondo, in corrispondenza dei canyon marini, e spesso scelgono per la riproduzione il golfo di Pozzuoli, quello di Salerno o le Eolie per poi seguire il regime correntizio, e disperdersi ovunque. Anche se storicamente snobbano la costa laziale dove gli avvistamenti sono rari, salvo le belle isole pontine.

L'estate si apre con ''una grande proliferazione della medusa Pelagia nel Mediterraneo occidentale, mentre in Alto Adriatico è tornata dopo quasi un secolo la Drymonema dalmatinum, la medusa più grande del Mediterraneo con un cappello di circa 80 cm'' segnala Ferdinando Boero, biologo marino dell'Università del Salento e Cnr-Ismar, nel sottolineare una novità che arriva dall'uomo: dall'Elba alla Puglia gli stabilimenti si stanno attrezzando con reti anti-medusa.

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Dal monitoraggio fatto anche attraverso le segnalazioni dei cittadini e dei pescatori, precisa Boero che è il coordinatore del progetto Ue Coconet e ricercatore Perseus, emerge che ''la Pelagia quest'anno si è riprodotta tantissimo e le correnti possono spingere queste specie marine urticanti, tipiche del Mediterraneo e dal caratteristico bordo violaceo, sul mar Ligure, il Tirreno e lo Ionio. In Alto Adriatico non ci sono, ma lì è tornata - continua il biologo marino dell'Università del Salento e Cnr-Ismar - la Drymonema dalmatinum, una specie descritta per la prima volta nel 1880, poi riavvistata solo nel 1940, e poi più nulla per decenni.

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Ferdinando Boero...

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mare
Comments: 0 | Views: 229Last Post by: Filippo Foti (7/7/2014, 21:03)
 

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view post Posted on 2/6/2014, 16:38 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

L’interesse della microbiologia marina verso la biologia e chimica dei prodotti naturali marini microbici. Le aspettative ed i possibili sviluppi.



E’ ormai accertato dalla scienza che numerosi composti di origine marina sono in grado di influenzare positivamente la salute dell’uomo, contribuendo alla prevenzione (e non solo) di numerose patologie. Si tratta di sostanze in grado di modulare numerose attività biologiche ed importanti funzioni dell’organismo, come l’attività antiossidante ed antinfiammatoria, la modulazione degli enzimi di detossificazione - il meccanismo attraverso il quale il corpo elimina tossine cioè le porta fuori attraverso gli organi emuntori - la stimolazione del sistema immunitario, la modulazione del metabolismo ormonale, l’attività antibatterica e antivirale, ecc.

Si tratta dei cosiddetti “composti bioattivi” identificati come aventi diverse attività biologiche ed anche in grado di interferire con la patogenesi delle malattie. I peptidi bioattivi o proteine bioattive sono sostanze che hanno la funzione di modulare alcuni processi organici isolati da idrolizzati di proteine del pesce, nonché fucani, alginati e galattani delle alghe brune che hanno dimostrato di possedere proprietà anticoagulanti, antitumorali ed attività ipocolesterolemiche.

Inoltre, gli oli di pesce e batteri marini sono ottime fonti di acidi grassi omega-3, mentre crostacei ed alghe contengono potenti antiossidanti come i carotenoidi e composti fenolici. Sulla base delle loro proprietà bioattive, questi composti di origine marina sono ormai ritenuti come ingredienti alimentari funzionali per il mantenimento della salute e la prevenzione delle malattie croniche.

Poiché microbi marini sono considerati come una emergente e importante risorsa per i composti bioattivi, con enormi possibilità per applicazioni per la salute e la cura estetica, negli ultimi anni l'attenzione della microbiologia marina (MI) si è spostata verso la biologia e chimica dei prodotti naturali marini microbici.

Le risorse biologiche degli oceani sono state sfruttate fin storia antica dell'uomo, soprattutto per la cattura del pesce e la raccolta delle alghe. Nel corso degli ultimi decenni, la ricerca su prodotti naturali, con particolare attenzione per gli animali marini e anche per le alghe, ha rivelato l'importanza degli organismi marini come i produttori di sostanze utili per il trattamento delle molte malattie umane.

Anche se, già da alcuni anni fa, sono state identificate nell’ambiente marino un gran numero di sostanze bioattive, solo recentemente sono stati approvati i primi farmaci ricavati da organismi del mare. Abbastanza sorprendentemente, l'immensa diversità dei microbi sfruttati dalla biotecnologia marina e la loro capacità,...

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Comments: 0 | Views: 130Last Post by: Filippo Foti (2/6/2014, 16:38)
 

B_NORM    
view post Posted on 28/11/2013, 15:10 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

La pesca eccessiva è un problema serio ed occorre garantirne la sostenibilità. Satelliti al servizio di pescatori Vs. Google Earth che rivela innumerevoli catture di pesce e che può sorvegliare e denunciare. Una "partita" il cui esito finale non avrà un vincitore!



La pesca eccessiva è causata quando più pesci vengono catturati rispetto a quelli che sono necessari per riprodurre la sua popolazione.
Il pesce serve come una delle principali fonti di cibo per molte persone in tutto il mondo. Essi sono ricchi di proteine e sono grande fonte i nutrienti in una dieta sana. Tuttavia, sempre più pesci vengono catturati in tutto il mondo, causando la diminuzione in modo significativo in tutti i mari.


Recenti ricerche hanno dimostrato che la popolazione di pesci presenti nei mari di tutto il pianeta oggi è solo il 10 per cento del numero che era prima del boom dell’industrializzazione. Questo significa che attualmente sono sotto pressione, e gli scienziati hanno avvertito che entro il 2050, la pesca potrebbe crollare in modo significativo.

Anche se le grandi popolazioni di pesci hanno dimostrato la capacità di recuperare, soprattutto quando sono gestite correttamente, c'è necessità di far rispettare le norme che proteggono i pesci dalla pesca eccessiva e garantirne la sostenibilità.


Per contribuire alla sostenibilità dei pesci, occorre fornire sempre adeguate informazioni ai consumatori, identificando pesci correttamente attraverso il monitoraggio, dal mare alla cucina, i consumatori saranno in grado di sapere dove e quando il pesce è stato catturato.

Inoltre, per il monitoraggio, i pesci possono essere etichettati correttamente in modo che i consumatori possono scegliere il tipo di pesce che vogliono mangiare. La sostenibilità può davvero essere mantenuta quando sappiamo dove i pesci vengono pescati ed esattamente come sono stati pescati.

Prendiamo ad esempio, un pesce che è stato catturato circa 30 giorni fa e quello che è stato catturato proprio ieri sono entrambi chiamati "pesce fresco" da un venditore di pesce.

Quando noi consumatori capiremo l'importanza di mangiare solo veramente «pesce fresco», e capire anche la sua distribuzione, allora il processo di pesca diventerà gradualmente più sostenibile.

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Comments: 0 | Views: 323Last Post by: Filippo Foti (28/11/2013, 15:10)
 

B_NORM    
view post Posted on 12/8/2013, 10:18 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Una delle espressioni più vitali del mare sono le onde.



Esse ci cullano dolcemente se sono discrete, ci fanno emozionare se sono vivaci, ci fanno anche divertire, ma possono anche diventare molto pericolose se si agitano. Sono le onde del mare, che da sempre hanno ispirato poeti e gente semplice che si è lasciata rapire dalle sue atmosfere romantiche ed a volte anche tragiche.


E' notte e Giovanni Pascoli si affaccia alla finestra per contemplare il mare. Lo guarda e gli appare come in effetti lo è: vivo e protagonista dei misteri che ancora ci riserva il pianeta blu. Le onde spinte dal vento vitalizzano l'armonia della natura ed il poeta scrive: "M'affaccio alla finestra e vedo il mare: vanno le stelle, tremolano l'onde. Vedo stelle passare, onde passare: un guizzo chiama, un palpito risponde. Ecco sospira l'acqua, alita il vento: sul mare è apparso un bel ponte d'argento. Ponte gettato sui laghi sereni, per chi dunque sei fatto e dove meni?"


Le onde sono dovute principalmente allo spirare del vento che rilascia allo strato d'acqua superficiale parte della sua energia per pressione ed attrito. Lo strato superficiale nel suo movimento, tende a trascinare con sé lo strato sottostante, più lento.
Lontano dalla costa, in mare aperto, dove non si risente l'influenza dei fondali, si hanno le cosiddette "onde di oscillazione", per cui le particelle d'acqua sono soggette solo a movimenti circolari, quindi senza trasporto d'acqua.
Avvicinandosi alla costa, appena lo spessore d'acqua diventa inferiore alla metà della lunghezza d'onda, l'onda si frange e ricade verso il basso spumeggiando, dando origine ai marosi o ai frangenti.


In genere l'altezza delle onde non supera i 7–9 m (15-18 in caso di terremoti sottomarini che generano tsunami); la lunghezza dell'onda è di circa 30 volte l'altezza, per lunghezze massime di 180–200 m. La velocità di propagazione è strettamente dipendente da quella del vento, in media 30-40 km/h, ma nelle zone oceaniche sulle quali insistono i venti alisei si raggiungono i 70 km/h; nelle onde provocate da sismi sottomarini la loro velocità diventa eno...

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Comments: 0 | Views: 166Last Post by: Filippo Foti (12/8/2013, 10:18)
 

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view post Posted on 28/6/2013, 23:02 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Andrew Johnston, professore di Scienze Biologiche presso l'Università di East Anglia nel Regno Unito, ha individuato da dove proviene l'odore del mare.



A noi piace dire il profumo del mare, però sarebbe meglio commentare l’odore del mare, in particolare quello del Mar Mediterraneo, rinfrescante e vivificante che sblocca le cavità nasali e si precipita verso il basso per i polmoni, lasciando una scia dietro di sé esilarante e piacevole. Specialmente se combinato con gli altri sensi, il suono delle onde che si infrangono contro le rocce, la vista maestosa di schizzi monumentali dove un'onda si disintegra contro la costa, il gusto salato in bocca e la conseguente sensazione di bagnato quando lo spray accumulato impregna i vestiti ed i capelli.

Pensate l'odore pungente del mare, così evocativo delle vacanze estive, le strida dei gabbiani e la sabbia tra le dita dei piedi. Da dove proviene? Dall’ozono, quel profumo fresco e pulito? L'odore delle alghe? L’odore della salsedine? In realtà, la verità è un po' meno romantica.


Nel 2007, Andrew Johnston professore di Scienze Biologiche presso l'Università di East Anglia nel Regno Unito, ha individuato che l'odore del mare proviene da una molecola chiamata dimetil solfuro (DMS). Johnston è riuscito a rompere l'intero percorso biochimico con cui il profumo è prodotto. Il “DMS” risulta essere una sostanza chimica che può essere trovata in molti processi naturali, come ad esempio la formazione di nubi e che entra naturalmente nelle dinamiche del clima globale.

Gli uccelli amano l'odore del mare che li avverte della presenza di cibo. Il dimetil solfuro “DMS” è anche aggiunto agli alimenti trasformati per dare una nota salata: piccole quantità possono impartire il sapore di cavoli, pomodori, burro e panna - anche nelle bibite o nel pollo arrosto.

Il “DMS”, è un gas rilasciato da batteri che viene prodotto dai microrganismi al tasso di 200 milioni di tonnellate all’anno nei mari di tutto il mondo.

Una "nota" meno accademica, ci sta!


Il “DMS” è derivato da un composto chiamato dimetilsolfoniopropionato (DMSP), che è prodotto dal fitoplancton, organismi unicellulari che si trovano nel mare al tasso di circa un miliardo di tonnellate che si formano ogni anno nei mari di tutto il mondo. Il DMSP è inc...

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Comments: 0 | Views: 716Last Post by: Filippo Foti (28/6/2013, 23:02)
 

B_NORM    
view post Posted on 8/6/2013, 07:35 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Oggi 8 giugno si celebra in tutto il mondo la Giornata dell’Oceano. Un ambiente pieno di vita costantemente minacciato ed insultato dall’uomo.



Nel pianeta blu, c’è tanto mare che, a seconda delle sponde che bagna, porta vari nomi. Gli oceani sono tre: Oceano Pacifico, 179.700.000 km²,Oceano Atlantico, 106.100.000 km² e Oceano Indiano, 74.900.000 km².
Gli oceani sono i polmoni blu del nostro pianeta, il principale serbatoio di accumulo di anidride carbonica e il principale motore della circolazione atmosferica, ricoprendo oltre il 70% della superficie terrestre ed ospitando l'80% della biodiversità mondiale.

Fra le minacce più rilevanti per gli ecosistemi marini, l'ultima è quella dell'acidificazione degli oceani. Quest'ultimo fenomeno, secondo Marton-Lefevre, sta crescendo ad un ritmo allarmante, cento volte più veloce rispetto a quello naturale.

Trivelle, pesca eccessiva, navi mercantili che vanno avanti ed indietro, con rischi di fuoriuscite di carburante, inquinamento marino derivante da attività terrestri, spazzatura marina costituita da:

mozziconi di sigarette, bottiglie e buste di plastica, lattine di alluminio, bottiglie di vetro, imballaggi e contenitori di cibo, pneumatici, ecc. in varie percentuali costituiscono il triste insulto al mare.
La Giornata Mondiale dell’Oceano è la festa dedicata al Pianeta Blu, alle sue risorse ed ai suoi abitanti, riconosciuta ufficialmente dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2009. Viene celebrata da moltissime strutture nel mondo che organizzano ogni anno attività di divulgazione, educazione e ricerca scientifica sulle tematiche legate al mare ed all’ambiente.


Oggi 8 giugno si celebra dunque in tutto il mondo la Giornata dell’Oceano. Un ambiente pieno di vita costantemente minacciato ed insultato dall’uomo.
Questo sito web, per questo giorno da ricordare, dedica 41 frasi, aforismi, citazioni, massime e pensieri sul mare di diverse persone che hanno amato ed amano l’oceano ovvero il mare.
1. "L'uomo non può scoprire nuovi oceani se non ha il coraggio di perdere di vista la riva." - Andre Gide;
2. "In una goccia d'acqua si trovano tutti i segreti di tutti gli oceani" - Kahlil Gibran;

3. "Sappiamo che quando noi proteggiamo i nostri oceani stiamo tutelando il nostro futuro." - Bill Clinton;
4. "Non è l'oceano che ci taglia fuori dal mondo - è il modo americano di vedere le cose." - Henry ...

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Comments: 0 | Views: 332Last Post by: Filippo Foti (8/6/2013, 07:35)
 

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view post Posted on 16/3/2013, 17:05 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Che i delfini, come anche i cani, siano gli animali più legati all’uomo, questo già lo si sapeva...



Che i cani fossero addestrati a proteggere ed anche ad aiutare l’uomo, pure ... ma che i delfini fossero attrezzati ad uccidere, questa proprio non ce l’aspettavamo e stentiamo anche a crederci ed a proporvi questa lettura!

Verità nascosta come una bufala, o semplicemente una notizia destituita da fondamento in quanto effettivamente concepita da qualche solito buontempone che sistematicamente si prende gioco degli internauti? :o:


La notizia o la bufala come preferite.

Senza dubbio è di quelle che non ti aspetti. Sembra impossibile, per molti di noi, che questi bei nuotatori di colore argento possano mai fare del male a qualcuno. Eppure ... Con tutta probabilità, alcuni delfini di tutto il mondo hanno imparato a uccidere. Questo fa parte, in particolare, di un programma della marina ucraina, ricevuto come “regalo” dalla vecchia Unione Sovietica.

E tre di questi delfini addestrati sarebbero fuggiti! Due di loro poi recuperati e gli altri tre che ancora nuotano ... in giro per il Mar Nero, in cerca di un compagno, o per cercare solo la libertà?


Almeno questo è ciò che si dice e che agenzie di stampa ucraina e russa affermerebbero e che quasi non è certamente vero.
I delfini sarebbero stati addestrati a usare armi da fuoco e coltelli appositamente studiati per uccidere nemici subacquei…. :o: :sbatte testa:
Ma in realtà, di questi tipi di delfini-killer ce ne sarebbero molti nel mondo?

Quel che è certo è che l'Ucraina non dovrebbe essere l'unico paese al ad usarli. A causa della loro grande intelligenza, questi mammiferi marini verrebbero utilizzati anche dalla US Navy.
Sta di fatto che la US Navy, nel 2012, ha annunciato che avrebbe cominciato a formare 24 nuovi delfini per trovare le mine, ma che sarebberostati poi sostituiti da robot entro cinque anni. Questi delfini fanno parte della Marina degli Stati Uniti, per un costo stimato in 28 milioni di dollari.

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Comments: 0 | Views: 60Last Post by: Filippo Foti (16/3/2013, 17:05)
 

B_NORM    
view post Posted on 21/2/2013, 16:14 by: Filippo Foti     +1   -1Reply

Un team internazionale di scienziati, guidato dal professor Marcel Jaspars della Università di Aberdeen in Scozia, sta studiando per creare nuovi farmaci per gravi malattie dalle barriere coralline.


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Le barriere coralline, formazioni spettacolari tipiche dei mari e oceani tropicali, stanno diventando sempre più fragili nel nostro pianeta a causa dell’eccessivo riscaldamento del pianeta, hanno comunque ancora un improbabile alleato potente e relativamente nuovo: l'industria farmaceutica.

Poiché l'efficacia degli antibiotici diminuisce soprattutto a causa di un uso/abuso scriteriato, i ricercatori sanno che possono ancora contare su questo mondo meraviglioso per cercare di combattere una lunga lista di malattie.

Gli ambientalisti hanno a lungo sostenuto la conservazione delle barriere coralline, per ragioni che vanno dalla tutela della biodiversità marina al turismo. Ma il fatto che le barriere coralline potrebbero fornire un arsenale di farmaci miracolosi è uno degli argomenti più convincenti fino ad oggi.

Gli esseri umani hanno guardato al mare per i medicinali per migliaia di anni. Gli antichi Fenici, Egizi, Greci e Romani hanno ampiamente documentato l'uso del mare come fonte di elementi in grado di promuovere la salute e curare le malattie.

Le piante marine sono stati considerati hanno valore medicinale fin da 5000 anni fa, sia il giapponese e il cinese li ha usati per il trattamento di gozzo e di altre malattie ghiandolari. Gli antichi Romani alghe usato per il trattamento di ustioni, eruzioni cutanee e ferite, e, più recentemente marinai britannici mangiato le alghe marine rosse per prevenire lo scorbuto.


Nei tempi moderni, i ricercatori medici hanno fatto molte scoperte notevoli per studiare la vita marina. La svolta primo punto di riferimento si è verificato nei primi anni 1950, quando Werner Bergmann estratte e isolate sostanze antivirali da una spugna caraibica ha trovato al largo della costa della Florida. Sostanze chimiche di questa spugna ha portato allo sviluppo di diversi farmaci utilizzati per combattere il cancro, la leucemia, l'HIV e l'herpes.

Nei decenni successivi, la ricerca ha confermato molti organismi marini contengono antibiotici, polisaccaridi, steroidi, tossine e altre sostanze che hanno aiutato nella gestione di una serie di malattie umane. Come i ricercatori guardare avanti, gli abitanti della barriera corallina offrono nuove direzioni per ...

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Comments: 0 | Views: 337Last Post by: Filippo Foti (21/2/2013, 16:14)
 

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