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Il pianeta blu

Lobby onnipotenti stanno distruggendo la Terra!

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Filippo Foti
view post Posted on 19/12/2019, 19:04 by: Filippo Foti     +1   -1
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Arthur C. Clarke, Carleton Ray, James E. Lovelock, tra gli anni ’60 e ’70, hanno provato a “smentire” la storia del nostro Pianeta e l’onnipotente, creatore tra l’altro, della Terra, (l'asciutto terra) e la massa delle acque Mare (od oceano). L'onnipotente li ha creati, i "lobby onnipotenti" o gruppi di pressione, li stanno distruggendo!

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Arthur C. Clarke (nato il 16 dicembre 1917, a Minehead, Somerset, Inghilterra - scomparso il 19 marzo 2008, a Colombo, Sri Lanka), è stato un famoso scrittore inglese, personaggio per certi aspetti controverso ed auto ironico. Noto per la sua passione per la fantascienza, e non solo, si distinse soprattutto nel romanzo "The Sentinel” scritto nel 1948 e pubblicato per la prima volta nel 1951 (col titolo Sentinel of Eternity) “A Space Odyssey” (Una odissea spaziale). Successivamente Stanley Kubrick, uno dei più grandi registi, sceneggiatore, e produttore cinematografico di tutti i tempi, realizzò con l’aiuto nella sceneggiatura dello stesso Clarke, “Odissea nello spazio 2001” uscito in Gran Bretagna e negli Stati Uniti in anteprima mondiale il 2 aprile 1968 a Washington e nei cinema italiani il 12 dicembre 1968.

Ma, Arthur C. Clarke, non è famoso solo come scrittore, fu altresì citato da storici e critici cinematografici, per il film “Odissea nello spazio 2001”, come uno dei più grandi film di tutti i tempi. Fu interessato alla scienza fin dall'infanzia, e sebbene con un certo ritardo, nel 1948 ottenne la laurea in matematica e fisica presso il King's College di Londra. Nel 1956 sviluppò un interesse per l'esplorazione sottomarina e si trasferì in Sri Lanka, dove intraprese una seconda carriera combinando immersioni subacquee e fotografia.

Questa brevissima biografia ci introduce a quando Clarke suggerì che il nome "Terra" avrebbe dovuto essere cambiato in "Oceano" o "Mare". L'acqua che copre il nostro pianeta lo fa apparire infatti, nelle immagini prese dallo spazio, come un “blue marble” (marmo blu). Lo dimostra la famosa fotografia della Terra scattata dall'equipaggio dell'Apollo 17 il 7 dicembre 1972 da circa 45.000 km di distanza. Circa i tre quarti della superficie sono acqua in forma liquida o congelata. Il notevole commento di Clarke, "Quanto è inappropriato chiamare questo pianeta Terra quando chiaramente è Oceano", illustra la saggezza di una visione dall'alto verso il basso. Pochi hanno avuto il privilegio, come gli astronauti, di vedere la Terra nel suo splendore dall'alto.

Si dice anche che il primo a parlare di Terra od "Oceano" o "Mare" apparve negli atti di una conferenza tenutasi nel 1963 dove il noto oceanografo Carleton Ray stava lavorando all'acquario di New York, quando ha parlato di "The Scientific Need for Shallow" -Water Marine Sanctuaries“, ovvero “Il bisogno scientifico di "Santuari marini" in acque poco profonde. Di seguito citiamo altri studiosi, ma attualmente, Ray mantiene la precedenza cronologica.

Però è giusto citare anche l'ambientalista James E. Lovelock, noto per aver divulgato l'ipotesi di Gaia secondo cui la Terra mostra sorprendenti proprietà di autoregolazione. Nel 1979 Lovelock pubblicò, all’Oxford University Press, Oxford, Inghilterra "Gaia: A new Look at Life on Earth", (Gaia: un nuovo sguardo sulla vita sulla Terra), ovvero l'idea che il nostro pianeta fosse come un tutto integrato, cioè un essere vivente.

Arthur C. Clarke osservò: "Com'è inappropriato chiamare questo pianeta Terra, quando chiaramente è Oceano". Quasi i tre quarti della superficie terrestre è mare, motivo per cui quelle magnifiche fotografie scattate dallo spazio mostrano il nostro pianeta come un globo blu zaffiro, punteggiato da morbidi fiocchi di nuvole e ricoperto da brillanti campi bianchi di ghiaccio polare.

Dall'1 al 12 giugno 1981 si tenne una conferenza su "Cosmochemistry and the Origin of Life" (Cosmochimica e l'origine della vita) a Maratea, la perla potentina incastonata nel Golfo di Policastro e affacciata sul Mar Tirreno. In un suo intervento della professoressa di geografia fisica Ann Henderson-Seller - leader internazionale nella scienza del clima che ha sostenuto la necessità scientifica di un'azione per mitigare e adattarsi ai cambiamenti climatici per oltre 35 anni. ha descritto la citazione "Oceano" o "Mare" attribuita a Clarke con una nota a piè di pagina che indicava il libro di Lovelock del 1979. Uno scambio di cortesie che portò Lovelock ha ridato l'attribuzione a Clarke in un commento pubblicato sulla rivista "Nature" dell’8 marzo 1990 dal titolo "Hands up for the Gaia hypothesis", ovvero (Alzate la mano per l'ipotesi di Gaia), (Gaia, la dea primordiale che personificava la Terra nella mitologia greca).

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Terra & Mare: l'onnipotente li ha creati, i "lobbypotenti" li stanno distruggendo!
 
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