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Il pianeta blu

Studio dell'ecosistema dei coralli per scoprire noi stessi!?

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Filippo Foti
view post Posted on 24/3/2018, 20:00 by: Filippo Foti     +1   -1
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Amiamo e rispettiamo Madre Natura
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Saranno in tutto 70 i ricercatori provenienti da 8 paesi diversi, alternandosi in gruppi di sette persone, che rappresentano più di 20 laboratori internazionali, che si stanno alternando sulla nave oceanografica Tara alla scoperta dei coralli per studiare loro e noi stessi.


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Nel centro della città, circondato da una moltitudine di edifici in competizione per raggiungere il cielo, la goletta si apre alla gente di Hong Kong per raccontare la loro storia. Questa è la prima volta che Tara si ferma lì. Città-regione circondata dal mare, Hong Kong è un passo essenziale della spedizione Tara Pacific: " Non potevamo andare in Asia senza fermarci ad Hong Kong", dice Romain Troublé, General Manager della Tara Expeditions Foundation. "Storicamente, è un importante banco di spedizione. Ma è anche un territorio ultraurbanizzato, dove il corallo è molto esposto allo stress dell'inquinamento. È quindi molto interessante per noi vedere come si comportano gli scogli e adattarsi a questo inquinamento".

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Tara a Hong Kong.


Costruita nel 1989 per l'esploratore Jean-Louis Etienne, la nave oceanografica Tara, partita nel maggio 2016 per una missione di due anni e mezzo nel Pacifico, ha recentemente trascorso quasi 10 giorni a Hong Kong, tornerà alla sua base a Lorient, un comune francese situato nel dipartimento del Morbihan nella regione della Bretagna, nell'ottobre 2018.

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A bordo, ruoteranno 70 ricercatori provenienti da 8 paesi diversi, che rappresentano più di venti laboratori internazionali. Alternandosi in gruppi di sette persone, coordinati dal “Centre National de la Recherche Scientifique” (CNRS) di Monaco. Tara Pacific è l'erede delle grandi spedizioni precedenti: Tara Arctic 2006-2008 (Drifting Glacier), Tara Oceans 2009-2013 (studio di plancton su scala planetaria) e Tara Méditerranée nel 2014, (missione inquinamento da plastica). Tara, dopo aver percorso 15.000 miglia (27.780 km) dal 27 maggio al 22 novembre 2014, durante la spedizione, ha navigato attraverso Spagna, Francia, Monaco, Italia, Albania, Grecia, Cipro, Libano, Malta, Tunisia, Algeria, Marocco e Portogallo per misurare le conseguenze dei rifiuti di plastica galleggianti sulle specie viventi.

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PERCHÉ IL PACIFICO?

Sebbene le barriere coralline dell’oceano Pacifico coprano solo lo 0,02% della superficie oceanica, ospitano però il 25% della biodiversità oceanica e forniscono mezzi di sussistenza diretti in termini di cibo, a quasi un miliardo di persone, principalmente nel Triangolo dei Coralli dell'Asia meridionale. I servizi ecologici delle barriere coralline (pesca, turismo, protezione costiera) sono stimati a circa 30 miliardi di dollari all'anno. Questo ecosistema dovrebbe essere una priorità per lo studio a livello globale perché le barriere coralline stanno morendo.

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Stime recenti indicano che circa il 20% è scomparso per sempre, il 25% è in grave pericolo e un ulteriore 25% sarà minacciato entro il 2050. Le barriere coralline sono particolarmente colpite dall'effetto cumulativo dell'aumento della popolazione umana e dai cambiamenti climatici e sono sottoposte a pressioni antropogeniche specifiche per gli ecosistemi costieri. È urgente migliorare la loro gestione sostenibile, e ciò avverrà solo aumentando e integrando le conoscenze scientifiche nella loro governance.

Il Pacifico ospita il 40% delle barriere coralline del mondo. Ecco perché Tara (lunga 36 metri, larga 10) sta viaggiando in questo enorme oceano dal 2016 con gli scienziati a bordo. La loro missione è condurre uno studio approfondito della biodiversità dei coralli, dal loro genoma - ovvero il complesso dei geni di una cellula o di un organismo - all'ecosistema, e valutare l'impatto del cambiamento climatico, l'acidificazione dell'acqua e i danni che procura l'inquinamento sulla loro salute.

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Infatti, il genoma del corallo “Acropora millepora”, di recente scoperta (21 luglio 2011), che forma la Grande Barriera corallina australiana, dispone di 28 cromosomi e il medesimo numero di geni che abbiamo noi umani. La scoperta è molto importante in quanto permetterà agli scienziati presenti a bordo di capire come la barriera reagirà all’acidificazione, alle malattie e all’aumento delle temperature, conoscenze che renderanno più facile preservarla. Inoltre, la conoscenza del codice genetico del corallo potrebbe fornire anche informazioni e cure sulle malattie umane.

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UNA QUESTIONE VITALE: I CORALLI SONO ESSENZIALI PER L'EQUILIBRIO DEGLI OCEANI,
CHE FORNISCONO IL 50% DELL'OSSIGENO CHE RESPIRIAMO.


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LAVORO SUL CAMPO ... SOTT'ACQUA

I ricercatori a bordo sono anche, se non soprattutto, subacquei e gran parte del loro lavoro si svolge sott'acqua, ambiente in cui devono prelevare campioni di coralli, pesci, acqua, microrganismi, alghe, e tanto altro. Anche l'aria del mare viene analizzata tramite sensori nella parte superiore di entrambi gli alberi della nave alti 27 metri. Raccolgono quanti più dati possibili per renderli disponibili alla comunità scientifica internazionale. Un vero laboratorio galleggiante, che sta alimentando la scienza con i campioni che vengono inviati per l'analisi al Génoscope, il centro di sequenziamento francese del DNA, a Évry, capoluogo del dipartimento dell'Essonne nella regione dell'Île-de-France.

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Segui la rotta di Tara.



UNA SPEDIZIONE STRAORDINARIA

I numeri sono da vertigini: 11 fusi orari attraversati da un capo all'altro del Pacifico, già 60.000 km percorsi (circa 100.000 sono quelli previsti), 3.500 immersioni effettuate e oltre 25.000 campioni raccolti (sui circa 30.000 previsti in tutto). Dal canale di Panama per l'arcipelago del Giappone, Nuova Zelanda e Cina, è l’unica nave oceanografica che copre un tale ampio margine per fare ricerca scientifica.

Una delle grandi imprese di Tara è stata quella svolta nell’Artico. Nel settembre 2006, la goletta francese Tara si è volontariamente “imprigionata” nel ghiaccio a nord della Siberia. A bordo, 8 uomini e 2 cani hanno intrapreso uno strano viaggio, per attraversare il Mare glaciale Artico, alla deriva in balia del ghiaccio. 5 mila chilometri per una straordinaria avventura durata 507 giorni per misurare le temperature dell’atmosfera fino a 2.000 metri d’altezza, lo spessore della banchisa, le temperature dell’oceano, fino a 4.000 metri di profondità, e la formazione del ghiaccio marino.

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UNA RIVOLUZIONE PER LA BIOLOGIA.

Tara Pacific è anche particolarmente interessata ai piccoli animali del "microbioma", vale a dire, batteri e microrganismi che vivono con il corallo, un po' come la flora del nostro intestino. Il loro ruolo, ancora misterioso, interessa la ricerca medica. "Per la biologia, è una rivoluzione", afferma Jean-François Ghiglione del “Laboratoire d’océanographie microbienne de Banyuls-sur-Mer – LOMIC (CNRS/Université Pierre et Marie Curie). “, sostiene Ghiglione, c'è tutto da scoprire! Una pista che può aiutare a capire perché alcuni coralli sono più resistenti di altri all'acidificazione o al riscaldamento dell'oceano”.

Giovedì scorso 15 marzo due giovani ricercatori cinesi ( riconoscibili sotto a destra nella foto ) sono stati ospitati a bordo del Tara per partecipare alle sessioni di campionamento programmate per la parte meridionale dell'isola di Hainan, una provincia insulare della Cina all'estremità meridionale del Paese. Sfortunatamente né i nuovi arrivati né i “Taranauti” potevano fare immersioni, perché i permessi necessari non arrivavano in tempo alle autorità cinesi. Ma anche senza la raccolta di campioni, la presenza dei ricercatori a bordo è stata un'opportunità per discutere di molte cose e gettare le basi per una futura cooperazione.

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Alcuni dei ricercatori del Tara hanno posto alcune domande ai due graditi ospiti. Queste alcune delle risposte:

Chen: "Sono cresciuto vicino all'acqua e amo l'oceano. È essenziale per il nostro equilibrio e la nostra felicità, e l'oceano riempie i nostri piatti. Non tutti hanno familiarità con l'oceano, ma ne abbiamo tutti bisogno. Ecco perché dobbiamo educare le persone attraverso la scienza, per proteggere il nostro oceano. Negli ultimi anni, il governo cinese ha davvero cercato di prestare attenzione, in particolare con la creazione di aree protette. Ma tutto questo richiede tempo”.

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Huang: "Studio l'ecosistema dei coralli, anche se è difficile valutare il loro stato di salute a causa del traffico intenso: è un'area aperta al mare, con molti yacht e barche da pesca che passano. Inevitabilmente il corallo è influenzato da tutta questa attività. Inoltre, d'estate fa molto caldo qui. Il corallo non può necessariamente sopportare queste variazioni climatiche e sta iniziando a diventare bianco”.

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Tara ha trascorso quasi 10 giorni a Hong Kong.

Gli studiosi a Hon Kong si sono trovati in un ambiente altamente popolato, e dove l'arcipelago si trova di fronte a una grande sfida: la gestione dei suoi rifiuti. Purtroppo, lì la plastica, il polistirolo e le acque reflue finiscono troppo spesso in mare e minacciano di distruggere l'ecosistema marino. I Taranauti hanno approfittato della loro sosta per partecipare a un'operazione di pulizia della spiaggia organizzata dalla comunità francese, prima di andare per studiare i coralli.

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Edited by Filippo Foti - 16/12/2019, 20:38
 
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